In Sicilia è allarme siccità e si ricorrerà al razionamento delle risorse idriche. Ma secondo l'Istat nell'Isola si spreca il 52% dell'acqua.
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Il grado di siccità in Sicilia è sempre più grave, al punto che la questione non riguarda più i caldi mesi estivi ma è diventata una vera e propria emergenza annuale. Nell’Isola, le precipitazioni sono diminuite drasticamente, regalando inverni miti e soleggiati, ma lasciando in eredità gravi danni all’agricoltura e all’ambiente.
Infatti, l’incidenza dei cambiamenti climatici è sempre più evidente, dimostrata anche dai violenti e sempre più frequenti eventi atmosferici avversi che si verificano anche in Sicilia. Basti pensare all’alluvione che colpì Catania nell’ottobre 2021, quando in poche ore cadde la pioggia di intere settimane. A questi casi si aggiungono poi temperature sempre più elevate, soprattutto nel periodo estivo. Il risultato sono settimane con temperature costanti intorno ai 40 gradi che provocano siccità e incendi.
A fronte di una situazione simile, non stupisce quindi la carenza delle risorse idriche in Sicilia. Tuttavia, secondo l’Istat, nell’Isola si spreca oltre il 50% dell’acqua: ecco i dati a riguardo.
In Sicilia è emergenza siccità: proprio lo scorso 15 marzo, la Regione Sicilia ha dichiarato la crisi idrica per sei province dell’Isola. In particolare, si tratterebbe di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani. “Il 2023, infatti, è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo – viene riportato nel comunicato della Regione riguardo la crisi idrica – e anche i primi mesi di quest’anno, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato finora questa tendenza”.
La Regione ha anche nominato un commissario per il superamento della crisi idrica. Si tratta di Leonardo Santoro, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino del distretto idrografico della Sicilia. Ed era stato proprio quest’ente, all’inizio del 2024, ad aver avviato un programma di razionamento dell’acqua per contrastare la siccità. Il piano riguarda tantissimi comuni in diverse province, coinvolgendo circa un siciliano su cinque.
Come illustrato, la situazione non è delle migliori in Sicilia. Eppure non è la prima volta che viene lanciato un allarme riguardo la carenza idrica. Infatti, diversi comuni siciliani convivono da anni con un servizio idrico scarso e a singhiozzo. Inoltre, gli esperti parlano da tempo del rischio di desertificazione nell’Isola, contestualmente ai cambiamenti climatici.
In aggiunta, come spesso accade, la Sicilia è teatro di un paradosso: nonostante la grave carenza di acqua, lo spreco delle risorse idriche nell’Isola raggiunge livelli indecenti. Infatti, secondo un recente report dell’Istat, la Sicilia è la seconda regione italiana per dispersione idrica. Secondo quanto rilevato, in Sicilia nel 2022 la perdita idrica nella fase di immissione in rete è stata pari al 51,6%. In totale si fa riferimento a circa 339,7 milioni di metri cubi di acqua. Non è migliore il dato nazionale, dato che la media italiana delle perdite idriche supera di poco il 42%.
A ciò si aggiungono altri dati importanti sullo spreco dell’acqua in Sicilia. Infatti, quasi il 30% delle famiglie della stessa zona nel 2023 hanno lamentato irregolarità nell’erogazione dell’acqua. E oltre il 56% delle persone in Sicilia non si fida a bere acqua del rubinetto.
Ma qual è la situazione a Catania? Anche la città etnea non vive la migliore delle condizioni per quanto riguarda le risorse idriche, sebbene la provincia non sia inserita tra quelle coinvolte dal razionamento. Tuttavia, secondo il report dell’Istat per il biennio 2020-2022, a Catania è stata sospesa l’erogazione dell’acqua a oltre 17mila persone per un totale di 14 giorni in un anno.
Inoltre, i dati evidenziano anche come la copertura del servizio pubblico di fognatura sia al minimo in Sicilia, a livello regionale, e a Catania, a livello provinciale. Infine, un altro elemento critico per quanto riguarda la città etnea è l’assenza di un servizio di depurazione. Ciò non interessa solo Catania tra i comuni con più di 50mila abitanti in Italia ma anche Napoli.
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