Quali sono i dolci pasquali tipici della tradizione siciliana? Ecco quelli più creativi e in grado di soddisfare le esigenze dei più golosi.
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Le festività in Sicilia sono sempre accompagnate da dolci deliziosi. Sono infatti numerosi, oltre Sua Maestà la Cassata, i dolci tipici pasquali: dall’agnello pasquale ripieno di pistacchio, alle ‘mpanatigghie, fino ad arrivare alle cassatelle e al pupo con l’uovo. Di seguito tutte le specialità siciliane nel dettaglio.
La cassata siciliana è una torta tradizionale a base di ricotta zuccherata (tradizionalmente di pecora), pan di Spagna, pasta reale e frutta candita.
È una produzione tipica siciliana e nonostante l’apparente semplicità della ricetta, esistono innumerevoli varianti locali che spiccano per la tipicità della ricetta: la variante palermitana, quella messinese, la catanese, la trapanese, la nissena e la siracusana.
L’aspetto esteriore può variare da una scarna decorazione di glassa e un po’ di scorza d’arancia candita fino a una opulenta costruzione baroccheggiante con perline colorate e una mezza dozzina di frutti canditi diversi. Sempre secondo le varianti locali, ci possono essere ingredienti aggiuntivi, come pistacchio, pinoli, cannella o acqua di zagara.
L’agnello Pasquale è un dolce di pasta di pistacchio ricoperta di pasta di mandorle tipico del comune agrigentino di Favara. Non va quindi confuso con la pecorella pasquale, fatta di sola pasta di mandorle, con la quale condivide la stessa sorte al termine dei pranzi di Pasqua siciliani.
La più antica ricetta dell’agnello pasquale su carta giunta a noi porta la data del 1898 ed è appartenuta ad una ricca famiglia della borghesia agraria e solfifera di Favara. Tuttavia, sembra che a inventare questo dolce siano state le suore del Collegio di Maria del quartiere “Batia” di Favara molto tempo prima del 1898 e che i favaresi provassero poco interesse per questo dolce, preferendogli di gran lunga i cannoli e i cialdoni. Oggi è invece un vero e proprio simbolo di Favara.
Tra i dolci pasquali siciliani più amati e radicati nella tradizione culinaria di questa regione ci sono sicuramente i pupi con l’uovo, detto anche pupo con l’uovo, pupu cu l’ova o cuddura cu l’ova siciliani. Insieme alla cassata, infatti, non può mancare sulle tavole siciliane nel periodo pasquale, soprattutto nei giorni di Pasqua e Pasquetta.
Si tratta di una pasta frolla siciliana a cui viene data la forma di un cestino, di un coniglietto o anche di un omino (il “pupo” appunto) e che viene arricchita con un uovo sodo e della glassa.
L’uovo è un simbolo di rinascita legato sia al concetto cristiano di resurrezione che a quello laico di fertilità, legato alla primavera e alla vita che si rinnova. È proprio questo il motivo dell’uovo sodo all’interno dei pupi siciliani.
Tra i dolci pasquali più famosi al mondo, una protagonista assoluta è la pastiera napoletana. Nota fin dal 1600, questa torta viene comunemente servita alla fine del pranzo pasquale in tutta la Campania, dopo un pranzo che inizia con il classico casatiello napoletano.
Dorata e croccante esternamente, morbida e profumata all’interno, la pastiera è una torta di pasta frolla con un ripieno ricco e sostanzioso a base di ricotta fresca, zucchero, uova, frutta candita e grano bollito nel latte. La tradizione napoletana prevede l’utilizzo di acqua millefiori, vaniglia, canditi e scorza d’arancia, ma esistono anche varianti alla crema pasticcera e cioccolato bianco.
In origine, la pastiera era preparata nel periodo compreso tra Epifania e Pasqua: questo intervallo di tempo, secondo la tradizione locale, era considerato il migliore sia per la ricotta, sia per il grano.
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