Ieri l'897° anniversario della traslazione delle reliquie di Sant'Agata, tornate a Catania da Costantinopoli. Grande festa con un bagno di folla nel capoluogo etneo.
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Ieri, 17 agosto, i catanesi, e non solo, hanno potuto nuovamente ammirare Sant’Agata, in occasione dell’897° anniversario della traslazione delle reliquie. Un vero e proprio bagno di folla, compresi molti turisti, ha invaso piazza Duomo e la cattedrale. Un appuntamento che, in periodo di ferie, per molti catanesi resta comunque irrinunciabile.
La giornata di ieri è iniziata con la prima messa alle 7:30 e con la successiva esposizione del busto reliquiario e dello scrigno dopo le ore 8. Seguendo il solito rituale, con un giro di chiave fatto per la prima volta dal nuovo sindaco di Catania Enrico Trantino, ecco che il volto di Agata incrocia quello di tutti i presenti in una Cattedrale gremita di gente, nonostante il caldo.
A causa delle restrizioni covid, da quando esattamente un anno fa, nel 2022, sono ritornate le processioni di Sant’Agata, non prendeva luogo il tradizionale bacio delle reliquie che si svolge il 17 agosto e, in occasione dell’ottava, il 12 febbraio. “Baciare la reliquia non è un gesto magico — ha detto l’arcivescovo Renna — perché il bacio è segno d’amore, baciamo con amore le reliquie di Sant’Agata“.
Monsignor Renna che, così come nelle uscite precedenti, ha ritagliato spazio anche per questioni sociali: “Una giornata in cui pensiamo ai più poveri. Se vicino casa nostra c’è una persona anziana, o sola, invitiamola o pranzo o portiamo qualcosa”.
Alle ore 19, si è svolta la Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo Renna, che ha preceduto la processione. Tanti gli argomenti toccati nel corso dell’omelia, come il rispetto per la città. “Sogniamo insieme un modo diverso di amare Catania. Essere insieme buoni cittadini e devoti, mai una sola cosa senza l’altra”, queste le dichiarazioni dell’arcivescovo.
Spazio anche per l’attualissimo tema della violenza sulle donne, un tema fortemente concordante con la storia di Agata e i martiri subiti. “A volte vediamo deturpate le relazioni con forme di violenza che ci fanno chiedere se sono state messe in atto da cristiani ed essere umani: sono le forme estreme che scaturiscono ad esempio in minacce e percosse verso la propria moglie, in femminicidio, uxoricidio, omicidio di una persona con la quale si stava vivendo una relazione che con leggerezza si chiama amore. No, quello non è amore — conclude Renna – è violenza e va denunciata“.
Finita la celebrazione eucaristica, ecco che dalle 20:30 circa, ha avuto inizio la processione, da piazza Duomo, per poi girare per porta Uzeda, percorrere la via Dusmet, via Porticello, con sosta in piazza San Placido, momento in cui è avvenuto l’omaggio delle persone diversamente abili, a cura dell’associazione “Come ginestre” e dell’associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, e con lo spettacolo pirotecnico con i fuochi sparati da villa Pacini. La processione ha proseguito, poi, per la via Vittorio Emanuele, tornando nuovamente in piazza Duomo con il successivo rientro in cattedrale.
Ora, non resta che aspettare febbraio 2024, per la grande festa. E il pensiero dei devoti e dei fedeli è già lì.
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