Decreto Ponte approvato alla Camera con 182 si, 93 no e 1 astenuto. Il testo passa all'esame del Senato.
Se questa volta sia la volta buona è ancora da vedere ma, ciò che è certo è che il tema del Ponte sullo Stretto è tornato ampiamente in auge. Alla Camera il decreto legge riguardo il Ponte è passato con 182 voti favorevoli, 93 contrari e 1 astenuto mandando il testo all’esame del Senato.
Fiducioso il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini che su Twitter commenta: “Ponte sullo Stretto, fiducia approvata dalla Camera. Dopo cinquant’anni di chiacchiere, si passa finalmente ai fatti per unire e modernizzare il Paese”.
Critiche le opposizioni; scettiche riguardo la credibilità delle parole e delle intenzioni del ministro delle infrastrutture e del governo. Il deputato Antonino Iaria del Movimento 5 Stelle afferma: «Nascosti dietro il sempre affascinante mito del progetto faraonico del ponte più lungo del mondo, si è arrivati alla fiducia su un decreto che serve solo a chiudere la vicenda giudiziaria tra Stato, società Stretto di Messina e vincitore dell’appalto del 2012 che con questo decreto si dovrebbe sanare, con costi ingenti per lo Stato e creando un vero e proprio – questo, sì – mostro giuridico, per riuscire a evitare una nuova gara e accontentare i ricorrenti. Il progetto del ponte è nello sfondo ed è solo fuffa e propaganda salviniana; quindi, noi ci distraiamo parlando del ponte, del progetto del ponte, della tecnica ingegneristica, dei nuovi materiali, della sua snellezza e lunghezza, sapendo che rimarrà solo puro esercizio di stile. Una volta raggiunto lo scopo di chiudere il contenzioso – con ulteriori costi per lo Stato italiano, lo ripeto – succederà la stessa cosa del TAV: l’ennesima opera incompiuta, l’ennesima prima, seconda pietra del ponte».
Posizione favorevole da parte di Noi Moderati che avanza, addirittura, una prima proposta per il nome del Ponte. Il deputato siciliano di Noi Moderati, Saverio Romano, propone di chiamarlo “Ponte tricolore” al fine di sottolineare come l’opera sarà un’emblema dell’unità del Paese da Nord a Sud. Romano insiste, infine, su come l’opera futuribile non riguardi solamente Sicilia e Calabria ma il Paese intero.
Da Fratelli d’Italia, il vicepresidente della Camera dei Deputati, Fabio Rampelli, espone le modalità con cui si ha intenzione di realizzare il Ponte, sconfessando il ricorso ad una archistar (architetti di fama mondiale; celebri per la realizzazione di grandi opere ingegneristiche in giro per il mondo) e difendendo l’originalità dell’opera, che avrà “un’identità culturale nazionale, europea e mediterranea”.
Il decreto Ponte è passato insieme a numerose misure accessorie atte a garantire la completa funzionalità dell’opera per sfruttare per intero il suo potenziale e difenderla dalla mafia. Il decreto, infatti, prevede anche i fondi per il completamento dell’autostrada A19 Catania-Palermo; i fondi per la realizzazione di infrastrutture nei pressi di Messina per poter gestire il traffico in entrate e in uscita che deriverà dal Ponte; e, infine, numerose misure per il potenziamento del monitoraggio antimafia.
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