Le ultime dichiarazioni del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in merito alla realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Si torna a parlare della realizzazione del Ponte sullo Stretto. A rilasciare dichiarazioni a riguardo è stato, nelle scorse ore, il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, a margine del convegno Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria organizzato tenutosi presso il Teatro Massimo di Palermo.
Il Governo di Schifani, a detta di quest’ultimo, “sosterrà la realizzazione del Ponte, e si impegnerà per miglioramento i collegamenti, su gomma e su ferro“.
“Il mio Governo farà la propria parte sul piano economico – ha dichiarato, ancora, il Presidente della Regione Siciliana – e indicherà un componente nel consiglio di amministrazione come previsto dalla bozza di decreto che riattiva la società ‘Ponte sullo Stretto’. Speriamo che la pubblicazione arrivi già nei prossimi giorni per cominciare i lavori“.
Il Governatore ha, inoltre precisato che la costruzione del Ponte verrà affidata alla stessa società “che si era aggiudicata l’appalto all’epoca e rinuncerà ai 700 milioni di euro di danni chiesti”.
“Si ripartirà dal prezzo di aggiudicazione, adeguandolo all’andamento odierno – ha continuato Schifani – . Il progetto, inoltre, sarà parzialmente rivisto per rispondere alle norme intervenute in questi anni in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente”.
Schifani punterebbe ad accostare alla realizzazione dell’infrastruttura altri progetti, altrettanto ambiziosi.
“Il Ponte deve essere uno stimolo per migliorare anche l’assetto viario e ferroviario – ha sottolineato, infine, Renato Schifani – , deve essere elemento propulsore per lo sviluppo di Sicilia e Calabria. Apriremo un grande fronte su questo tema mantenendo serrato il confronto con Anas e Rfi. Chiederemo un cronoprogramma sui lavori nell’Isola e vigileremo sul rispetto dei tempi.
Certo – ha concluso il Presidente della Regione Siciliana – , se dovessi fare oggi un’indagine sullo stato dei lavori pubblici in Sicilia scoprirei probabilmente che più dell’80 per cento è bloccato per ragioni amministrative. È evidente che ci sono cose che non funzionano, ma mi sto muovendo anche nei confronti di una certa burocrazia paralizzante”.
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