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Assegno unico figli a carico, tagli dall’INPS: a chi e perché

Assegno unico 2022: l'INPS sta procedendo con rilevanti tagli agli importi. Ma per quanti e, soprattutto, perché? Di seguito tutti i chiarimenti a riguardo.

Assegno unico: a partire dal mese di ottobre, l’Inps ha dato il via ai tagli sull’importo per i figli a carico. Sarebbero diverse, in effetti, le famiglie monogenitoriali italiane che hanno subito le conseguenze non indifferenti di questa riduzione: ma a chi è stato applicato il taglio sull’assegno unico? E perché? Ecco le ragioni di questa novità.

Assegno unico: il perché dei tagli

Introdotti già dal mese scorso ma destinati ad essere attuati anche nei prossimi, i tagli sull’assegno unico per i figli a carico coinvolgono moltissime famiglie, che ora protestano. Secondo quanto riportato da Il Giornale, la modifica in negativo degli importi riguarderebbe, in particolare, quelle famiglie monogenitoriali non rientranti nei requisiti per ottenere la maggiorazione prevista dal decreto.

In alcuni casi sarebbero stati persi anche 54 euro.

L’INPS ha motivato i tagli, riconducendoli alla maggiorazione prevista dall’articolo 4, comma 8 del decreto legislativo n. 230/2021.

Secondo quanto previsto dalla norma, la maggiorazione dell’assegno unico per ogni figlio minore scatta soltanto nel caso in cui entrambi i genitori siano percettori di reddito da lavoro.

Ma a quale importo corrisponde la maggiorazione? Si tratta di circa 30 euro per chi possiede un ISEE pari o inferiore a 15mila euro, ma finisce per essere ridotto o annullato per ISEE pari o superiori a 40mila euro.

Nei mesi antecedenti all’avvio dei tagli, il sussidio è stato erroneamente riconosciuto anche alle famiglie monogenitoriali che, in fase di presentazione della domanda, avevano presentato richiesta pur non rispettando il criterio previsto (quello del reddito da lavoro per entrambi i genitori).

L’Istituto nazionale della previdenza sociale ribadisce, ora, a chi è riservata la maggiorazione e procede ora al recupero del denaro prima erogato, tramite conguaglio sull’assegno unico mensile di chi è ritenuto non beneficiario.

Molti genitori dichiarano di non aver agito in mala fede. Ritengono la decisione discriminante nei confronti delle famiglie mono-genitoriali e giudicano il modulo di richiesta non sufficientemente chiaro.

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