In Italia è allerta smog: con l'ultimo report pubblicato, Legambiente delinea una situazione drammatica. Tra le città "sorvegliate speciali", anche Catania e Palermo.
È stato reso noto, da parte di Legambiente, il dossier “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero”: attraverso di esso, l’associazione ambientalista italiana offre una descrizione accurata degli ultimi 10 mesi del 2022, evidenziando come da gennaio a ottobre ben 13 città dello Stivale, nell’ambito delle emissioni, stiano andando fuori controllo sulla base di diverse rilevazioni.
Tra queste città, sfortunatamente, figurano anche Palermo e Catania: rispetto al valore del PM10, la cui emissione non deve superare i 50 microgrammi/metro cubo giornalieri e per il quale lo sforamento viene consentito per non più di 35 giorni, entrambi i comuni dell’Isola si trovano, ad esempio, già in “codice giallo”, avendo sforato rispettivamente i 15 e gli 11 giorni.
Sempre a Catania, il valore del PM10 supera di molto (+75%) il valore suggerito dall’OMS (15 microgrammi/metro cubo). Sul podio del “codice rosso”, tuttavia, si trovano Torino, con ben 69 giorni di sforamento (e +121% di PM10 rispetto ai valori consentiti dall’OMS) e Milano (+54 giorni e +122% di PM10).
Un quadro, insomma, preoccupante anche in termini di salute: come riportato da Legambiente, le stime dell’EEA (European Environment Agency) sottolineano che in Europa si muore per inquinamento, e ancor di più, il 17% del totale delle morti per inquinamento arriva dall’Italia. Sebbene siano stati avviati, da parte dell’Europa, piani per ridurre a zero le emissioni entro il 2050 (arrivando al 55% entro il 2030), per l’Italia c’è ancora molta strada da fare, a partire dalla decarbonizzazione dei trasporti urbani, principali agenti inquinanti dello Stivale.
L’allerta arriva da Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente, che delinea un quadro italiano drammatico, spiegando come “la sfida per le città italiane sarà l’incremento dell’offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti, anche per chi abita in periferia. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d’Europa”.
Gli fa eco Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, che evidenzia come sia “necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda la formulazione di misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi all’utilizzo dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile”.
Secondo Zampetti, dunque, “il nuovo governo ha dunque un importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese”, evidenziando come “non c’è più tempo da perdere”, spiegando infine come “dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili”.
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