Anche Catania si è unita alla lotta per la tutela ambientale: ai microfoni di LiveUniCT sono intervenuti degli attivisti di Fridays For Future, Chiarìa albero ergo sum e i partecipanti della protesta.
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Come tante altre città, anche Catania si è unita allo sciopero globale per il clima del 23 settembre. Con questa nuova manifestazione si richiede il contributo di tutti, in primis delle Istituzioni, ma anche da parte di ognuno di noi, in modo da sperare in un futuro migliore. Lo scopo dello sciopero è quello di sensibilizzare la tutela dell’ambiente: infatti, la situazione ad oggi è piuttosto critica, ed è quindi doveroso da parte di tutti provare a cambiare le cose.
La manifestazione è partita alle ore 9:30 da Piazza Roma: fiumi di ragazzi hanno attraversato Via Etnea, fino ad arrivare a Piazza Università, dove di fatto è terminata la manifestazione. Durante l’evento erano presenti varie associazioni e gruppi ambientalisti, come Legambiente, Fridays For Future e Chiarìa albero ergo sum.
“Oggi sono qui perché voglio aiutare il Mondo e voglio preservare l’ambiente“, dichiara ai microfoni Ester Amato, una liceale presente durante la manifestazione. Ester ha evidenziato quanto sia importante svolgere delle piccole azioni quotidiane, come effettuare la raccolta differenziata, oppure ripulire le strade dei nostri quartieri. Secondo Ester la scuola dovrebbe “attivare la raccolta differenziata e rendere più attivi i ragazzi, invogliandoli a far del bene anche in uno spazio comune come la scuola“.
Tra i giovani era presente anche Giuseppe Tomasello, uno studente laureato in Pianificazione e tutela del territorio e del paesaggio. “Mi sono avvicinato a Fridays For Future circa un anno fa. Con questo gruppo ho vissuto delle esperienze che mi hanno formato, per questo oggi sono qua“. Giuseppe sottolinea che grazie al suo percorso di studi ha potuto “comprendere quanto sia importante tutelare l’ambiente. A volte sembra che si parli poco della crisi climatica e soprattutto delle numerose associazioni che provano a sensibilizzare la questione, questo è molto grave“. Secondo Giuseppe, per poter sensibilizzare le scuole e le università in merito alla questione clima sarebbe necessario “inserire delle discipline e dei percorsi che trattino l’argomento in ogni sfumatura“.
Altro intervento da segnalare è quello di Chiara Trifilò, membro di Chiarìa albero ergo sum, un’associazione che si occupa dell’ecologia effettiva. Secondo Chiara oggi è fondamentale intervenire perché: “Partecipando, possiamo dare il nostro contributo, ma è necessario anche creare un legame forte con la natura. La nostra associazione fa questo, cercando di coinvolgere soprattutto i bambini“. Secondo Chiara, le istituzioni devono essere riconosciute come tali, e soprattutto “saranno determinanti le elezioni del 25 settembre: è fondamentale andare a votare per provare a cambiare le cose, ma dobbiamo anche lavorare guardando a casa nostra, operando nel locale attraverso dei progetti e attraverso delle attività di coesione sociale“.
“Fridays For Future agisce su ogni fronte, locale, nazionale o internazionale che sia. Manifestiamo in tutto il mondo, perche devono essere forniti dei risarcimenti climatici e fondi per l’adattamento alle comunità più colpite dalla crisi climatica” dichiara Mattia Catania, membro di FFF, che continua: “La crisi climatica è una questione di giustizia sociale: non è un Isola dispersa bensì un insieme di problematiche che sono figli dello stesso male”.
A livello italiano, specifica Mattia: “Il tema cruciale sono le elezioni politiche, in questo caso è estremamente urgente creare una politica che consenta di limitare il già presente aumento delle temperature ed elimini il sovrasfruttamento di ogni tipo di risorsa ambientale. Sarà fondamentale comprendere cosa sceglieranno di fare i governi nel prossimo quinquennio. Abbiamo delle scadenze stringenti già al 2030 e, se non verranno rispettate, non riusciremo a mantenere l’aumento di temperatura entro +1.5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, e quindi ad evitare le conseguenze peggiori negli anni a venire”.
Quindi, è richiesto un grande impegno da parte delle istituzioni, che dovrebbero “avere una visione sistemica e di lungo termine, elaborando, insieme alla comunità scientifica, un programma che ci permetta di fermare in tempo l’aumento di temperature. Noi abbiamo raccolto delle proposte che riguardano cinque temi fondamentali: Povertà, Energia, Trasporti, Lavoro, Edilizia e Acqua. Sono proposte che dimostrano come la crisi climatica e la giustizia sociale vadano di pari passo, basti pensare alle comunità energetiche rinnovabili, che abbassano contemporaneamente le emissioni e i costi delle bollette e fanno sì che il controllo dell’energia passi dalle multinazionali alle comunità”.
Infine, secondo Mattia, possiamo contribuire alla lotta ambientale anche nel nostro piccolo: “Come prima cosa possiamo informarci, parlare con chi ci sta intorno e fare attivismo secondo le nostre possibilità. Inoltre, dobbiamo essere consapevoli dell’impatto ambientale dei nostri gesti e imparare a gestire le abitudini facendo scelte più sostenibili negli acquisti, nei consumi e nell’utilizzo dell’energia. Passare alle energie rinnovabili, efficientare la propria abitazione, scegliere i mezzi pubblici, abbandonare l’usa e getta. Tutti questi sono passi importanti, ma restano privilegio di pochi se non vengono resi la normalità dai Governi”.
Anche Giulia Sabella, membro di FFF, ha detto la sua sulla questione ambientale: “Oggi siamo qua per ottenere una risposta da parte della politica per quanto concerne il cambiamento climatico. Il nostro gruppo è sempre aggiornato e vogliamo esserci anche per chi non può, ovvero Giuseppe, Lorenzo e Giuliano, i tre ragazzi che hanno perso la vita durante l’alternanza. Protestiamo perché queste morti non sono accettabili: le aziende mirano semplicemente a far profitto senza considerare la questione ambientale“.
Secondo Giulia, il ruolo delle istituzioni è praticamente nullo, dato che: “I governi ci hanno dato contentini. I programmi dei principali partiti, i più grandi, sono praticamente privi di proposte di interventi davvero seri sul clima“. E ancora una volta viene sottolineato come quello che non deve mancare sono i nostri sforzi: “La nostra azione individuale e il cambiamento delle nostre abitudini quotidiane sono essenziali, perché influenza il mercato e soprattutto perché influenza i comportamenti altrui. Ma in un sistema basato sui combustibili fossili e sul consumo, la sostenibilità delle nostre scelte è limitata: per questo dobbiamo pretendere un cambiamento a monte – ha dichiarato Giulia –. Il nostro gruppo si sta impegnando su vari fronti: stiamo lavorando per avviare Don’t Waste Catania, il progetto riguardante la gestione dei rifiuti sul nostro territorio, che vive una condizione di immane sporcizia, e tutto questo non è stato preso a carico da parte delle Istituzioni“.
“In vista delle prossime elezioni è necessario un cambiamento – sottolinea Giulia –, ma il sistema elettorale attuale è già problematico: chi vota ha poco potere decisionale rispetto a quanto gli dovrebbe essere dato, se pure i programmi sono svuotati da ogni progetto di risposta all’emergenza climatica è la fine, bisogna operare con grande decisione. È lo Stato l’unica figura che può e ha il dovere di fare interventi come finanziare l’efficientamento della rete idrica – il 40% dell’acqua che parte per arrivare nelle case è persa tra le tubature –, e della rete elettrica, finanziare le rinnovabili, inserire tasse per chi inquina di più e porre agevolazioni per chi sceglie di essere più sostenibile”.
“Questo cambiamento – conclude Giulia –, è necessario, altrimenti ci saranno altre tragedie ambientali, come a Catania lo scorso anno o come nelle Marche qualche giorno fa. Le comunità scientifiche confermano tutto ciò: se continuiamo così, si farà tutto troppo tardi”.
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