Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, ha confermato che il ritorno a scuola non vedrà più alcuna problematica riguardante i docenti. Ogni docente infatti ritornerà a coprire la propria cattedra. Conferma che però vede un netto disaccordo da parte dei sindacati che hanno idee ben diverse sulla situazione Covid-19.
Durante un’intervista a Sky TG24, il ministro sottolinea come: “abbiamo anticipato moltissimo l’assegnazione sia delle cattedre dopo i concorsi che quella dei supplenti, in modo tale da coprire i buchi e permettere a tutti gli studenti in tutte le regioni di avere le loro classi complete. Stiamo completando i concorsi, in alcune regioni sono già stati completati, in altre li stanno completando, però intanto copriamo tutte le classi. Una quota frazionaria di supplenti ci sarà sempre“.
Covid-19: le parole del ministro Bianchi
Durante l’intervista la tematica “Covid-19” è stata trattata in maniera specifica, secondo anche la posizione del governo a tal proposito.
Il ministro Bianchi infatti, afferma che: “Il Governo nel suo insieme ha deciso che la fase di emergenza è finita. Concludendo la fase di emergenza, l’Istituto Superiore della Sanità ha dato delle regole di comportamento che abbiamo subito diffuso in tutte le scuole e che prevedono la massima attenzione. Però una massima attenzione che prevede che sicuramente le persone, le famiglie, le scuole, stiano attenti a coloro che possono presentare dei casi così come succede con il morbillo. Però la fase di emergenza, secondo quanto ci hanno detto le autorità sanitarie cui noi ci atteniamo, è passata“.
La posizione dei sindacati
Il mancato rinnovo dell’organico Covid, composto da quarantamila persone ha fatto molto discutere i sindacati. A tal proposito il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli sottolinea che: “Servivano eccome alla scuola, ma il loro contratto non è stato rinnovato: questa è una enorme responsabilità che porta il governo Draghi. Poi c’è la questione del rinnovo del contratto collettivo di lavoro: servono risorse aggiuntive e lo ribadiremo l’8 settembre in un incontro con tutte le forze politiche”.
Da giorni i sindacati parlano di circa “200mila cattedre scoperte”, che potrebbero significare per molte classi iniziare a orario ridotto. Secondo i calcoli da loro effettuati infatti, sarebbero almeno necessari 150-200mila docenti precari, per colmare l’assenza di prof titolari, a cui poi va aggiunto il vuoto in organico di almeno 15mila amministrativi e collaboratori scolastici e di 500 presidi.
Per il neosegretario Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, la situazione attuale è la seguente: “non c’è stata nessuna concessione relativa all’organico di fatto aggiuntivo rispetto allo scorso anno, le graduatorie sono piene di errori e il contratto di lavoro non è stato rinnovato”.