Finalmente dimessa la donna punta nei giorni scorsi dalla Caravella portoghese. Ecco cosa sapere su questa particolare creatura e cosa fare in caso di puntura.
Negli scorsi giorni è stata dimessa la donna catanese che, all’Isola dei Ciclopi, era stata punta da una Caravella portoghese e ricoverata poi all’ospedale San Marco di Catania dopo aver accusato cefalea, astenia, vomito, attacchi di panico, difficoltà respiratorie e una notevole aritmia cardiaca.
La Physalia physalis, conosciuta più comunemente come Caravella portoghese, è un Sifonoforo contraddistinto da colori bluastri e violacei, creatura tanto bella e sgargiante ma non innocua. Nel corso degli ultimi anni ha iniziato a colonizzare sempre di più i mari, il Mediterraneo ancor più recentemente. Ma quali particolarità presenta questa affascinante creatura?
La Caravella portoghese è provvista di tentacoli che si trovano vicino alla bocca e che possono raggiungere anche i 30 metri di lunghezza in alcuni casi. Tentacoli che sono pieni di cellule urticanti, gli cnidoblasti. Se stimolati rilasciano un liquido pieno di tossine (tra cui un potente emolitico), che può essere fatale per molte specie.
Quando si entra in contatto con i tentacoli si avvertono sensazioni simili a quelle conseguenti una scossa elettrica. Tra i sintomi più comuni un segno simile a una scottatura sulla pelle, paralisi, difficoltà respiratorie, dolore acuto, nausea, mal di testa, aritmie, paralisi o anche shock anafilattico.
Il suo principale habitat è l’Oceano Atlantico ma, a causa del cambiamento climatico e con l’attività antropica sempre più intensiva, non è più raro (in realtà già da tempo) trovare la Caravella portoghese anche nel Mar Mediterraneo. Così come molte altre specie marine.
In caso di contatto con la Caravella portoghese bisogna, per prima cosa, mantenere la calma: solo in tal modo è possibile scongiurare gesti non consigliabili. Subito dopo, si dovranno rimuovere eventuali frammenti urticanti con pinzette, carta di credito, o con le dita, il tutto indossando i guanti per evitare altre reazioni. Una volta rimosse, si dovranno sciacquare via le tossine dalla pelle con l’acqua di mare.
A differenza di ciò che si consiglia per la puntura di una semplice medusa, in questo caso per lavare la ferita è fondamentale non usare urina e aceto, in quanto favoriscono il rilascio di ulteriori tossine dalle nematocisti non ancora scoppiate. Infine, per alleviare il dolore, si potranno utilizzare impacchi di acqua fredda o calda. Nel caso insorgessero problemi respiratori o alterazioni dello stato di coscienza sarà bene richiedere assistenza medica immediata.
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