Come ogni anno, il Consorzio AlmaLaurea raccoglie i dati statistici per ogni ateneo e relativo dipartimento: ecco tutti i più importanti dettagli sui laureati in Scienze della Formazione.
Ci avviamo alla fine della sessione d’esami estiva, per molti l’ultima della carriera universitaria, e con essa giungono i dati statistici raccolti dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea che conduce ogni anno indagini sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei diplomati in master, dei dottori di ricerca e dei laureati italiani.
I dati di seguito riportati fanno riferimento all’anno 2021 e, in generale, al Dipartimento di Scienze della Formazione dell’ateneo catanese: sono, dunque, frutto della media tra i risultati riferiti al corsi di laurea triennali (e dei relativi laureati) e quelli magistrali biennali. Ecco cosa è emerso.
Nel 2021, presso l’Ateneo di Catania, si sono laureati 558 universitari e il 98% di questi ha partecipato all’indagine di AlmaLaurea. Di loro solo il 15% sono uomini, mentre il ben 84,9% donne: ciò denota che il corso di laurea, e la conseguente classe lavorativa, ha una prevalenza di professionisti donne. L’età media del conseguimento del titolo è, in media, pari a 26,4 anni.
Dato rilevante che spicca tra quelli interni all’analisi del Profilo dei laureati è quello relativo alla nazionalità degli studenti: solo lo 0,2% degli studenti è un cittadino straniero.
Il percorso scolastico dei laureati nel 2021 è nell’85% dei casi denotato anche da un curricolo liceale. In particolare:
Per quanto concerne invece gli studi universitari, il percorso di studi si è concluso in circa metà dei casi (il 50,5%) senza ritardi. Si tratta di una percentuale solo leggermente più bassa di quella del report AlmaLaurea 2020, che indica il 51,6% di laureati in corso.
In particolare, se si volesse considerare il solo corso di laurea magistrale biennale, emergerebbe che lo scorso anno ben 63,6% ha concluso gli studi in tempo.
E per quanto riguarda il voto di laurea? Questo, in media, è pari a 105,4 e quasi identico a quello indicato lo scorso anno, con riferimento ai laureati 2020 (pari a 105,6).
Alla fine del percorso di studi, il 45,7% degli studenti si è ritenuto decisamente soddisfatto dell’esperienza, mentre il 46,4% ha risposto “più si che no”, quindi il giudizio è quasi del tutto favorevole.
Infine il 72,2% dei laureati intervistati si riscriverebbe allo stesso corso di laurea presso l’Ateneo di Catania. La maggior parte dei dati riportati hanno subito variazioni minime rispetto allo scorso anno, non modificando nettamente il quadro statistico.
Il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea ha condotto anche un’indagine sulla Condizione occupazionale dei laureati del Dipartimento in Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Catania. In questo caso hanno partecipato 420 laureati, tra triennali e magistrali biennali.
Già nell’analisi sul Profilo dei laureati, emergevano le aspettative su un ipotetico futuro impiego. In particolare i laureati 2021 prediligono questi aspetti:
Ma quanti lavorano già ad un anno dal giorno in cui hanno indossato la corona d’alloro? La realtà, descritta dall’analisi della Condizione occupazionale, è che solo il 29% ha partecipato ad almeno un’attività formativa post laurea e in media, ad una anno dalla laurea, soltanto il 34,4% lavora. In linea con i dati sui laureati, risultano più occupate le donne (con un 38%) che gli uomini (con il 20,4%).
In merito alle retribuzioni, con in tasca una sola laurea triennale da un anno, le donne guadagnano 722 euro mentre gli uomini 822. La differenza di genere permane dopo il titolo magistrale biennale: le laureate sono caratterizzate da una retribuzione pari a 1.125 euro, mentre i laureati guadagnano ben 1.626 euro. Più in generale, però, nel 2021 gli stipendi con una magistrale risultano più consistenti: nel 2020, per ambo i sessi, non raggiungevano i 1.000 euro.
Indipendentemente dalle tempistiche e dai guadagni, chi ha studiato presso il Dipartimento di Scienze della Formazione e ha trovato lavoro, ha una soddisfazione lavorativa pari a 7,8 punti su una scala da 0 a 10. Anche in questo caso i dati sono più o meno costanti negli anni.
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