Come ogni anno, è stato rilasciato il nuovo rapporto da parte del consorzio Almalaurea, che conduce a cadenza annuale un’indagine sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati italiani a uno, tre e cinque anni dall’ottenimento dell’ambitissimo titolo. L’anno preso in considerazione è il 2021: secondo quanto presentato, le notizie sul fronte occupazionale sono più che ottime.
Gli analisti hanno scelto, volutamente, di non prendere in considerazione il 2020, anno dello scoppio della pandemia da Coronavirus: tuttavia, gli indicatori per il 2021 hanno superato quelli dei due anni immediatamente precedenti. Secondo Almalaurea, infatti, a un anno dal conseguimento della laurea, nel 2021 sono occupati il 74,5% (+0,4% rispetto al 2019) dei laureati di primo livello e il 74,6% (+2,9% rispetto al 2019) dei laureati di secondo livello: si noti come ci si riferisca a titoli ottenuti nel 2020.
Altro dato da tenere in conto è che laureati di primo e secondo livello a un anno dalla laurea lavorano prevalentemente a tempo determinato, con una retribuzione netta tra i 1.340€ (titoli triennali) e i 1.407€ (titoli magistrali); tuttavia, il dato va cambiando entro i cinque anni dal titolo, quando il contratto cambia in indeterminato, e gli stipendi salgono a 1.554€ per i laureati di primo livello e a 1.635€ per i laureati di secondo livello.
Ma quali sono le lauree che offrono più opportunità occupazionali? Svettano, come sempre, le lauree in Medicina e quelle in Informatica e Ingegneria Industriale, condividendo un ipotetico gradino più alto del podio. Seguono Architettura ed Economia, Chimica e Fisica.
Come ogni anno, infine, restano in difficoltà le facoltà umanistiche; Almalaurea segnala, in conclusione, la crescente difficoltà occupazionale per i laureati in Giurisprudenza e Psicologia, a causa del gran numero di laureati, costantemente in aumento.