Durante il suo discorso in occasione della chiusura dell'anno scolastico, il Ministro Bianchi ha parlato anche dell'uso delle mascherine a scuola. Ecco i dettagli su tutti gli argomenti trattati.
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in occasione della chiusura dell’anno scolastico 2021/2022, è stato a Bergamo, all’Istituto “Giulio Natta”, dove ha parlato della scuola e dell’utilità delle mascherine in questo luogo.
“La scuola è ripartita, la scuola è il battito della comunità – ha detto –. Al Ministero stiamo lavorando con tutte le nostre forze e con tutte le scuole per disegnare una nuova prospettiva di crescita. Vogliamo una scuola innovativa, accogliente e affettuosa, cioè capace di mettere al centro le persone. La scuola non si è mai fermata, nemmeno nei mesi più difficili”.
“Toglieremo le mascherine quando riterremo che il nostro vicino sarà al sicuro – ha detto Bianchi –. La mascherina non è un’imposizione ma un atto di rispetto reciproco. La democrazia c’è non quando io ho un diritto ma quando sono sicuro che il mio vicino, che non conosco, goda del mio stesso diritto”.
Le mascherine a scuola, quindi, secondo quanto detto da Bianchi dovrebbero essere indossate ancora per un po’.
Durante il suo discorso, il Ministro Patrizio Bianchi ha parlato anche della dispersione scolastica: un grosso problema che affligge l’Italia ed in particolare la Sicilia.
“La scuola deve formare cittadini responsabili e consapevoli dei propri diritti e doveri e facendo questo li prepara anche al loro futuro lavorativo” ha affermato Bianchi. E ancora: “Entro la fine dell’anno realizzeremo tre riforme fondamentali per combattere la dispersione scolastica e l’alto numero di Neet nel nostro Paese. Ci sarà la riforma dell’istruzione tecnica e professionale, ci sarà quella degli istituti tecnici superiori che hanno un fortissimo radicamento con il tessuto produttivo, ma sono ancora poco conosciuti. Infine ci sarà anche la riforma dell’orientamento per accompagnare ragazze e ragazzi nel proprio percorso”.
Alla fine del suo discorso, Bianchi ha poi rivolto un pensiero all’Ucraina: “È stato un anno scolastico difficile ma durante il quale abbiamo saputo dimostrare di essere un Paese accogliente. Sono arrivati da noi più di 27.000 ragazzi ucraini – ha affermato – e oggi il nostro pensiero va tutto a quel Paese”.
Bianchi ha poi concluso il suo discorso con una citazione di Tacito: “‘Hanno fatto un deserto e la chiamano pace’. La pace è pace non è il risultato della guerra. E questo è il mandato principale che oggi abbiamo nelle nostre scuole”.
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