Un altro gesto d’inciviltà in pieno Centro di Catania. A farne le spese, stavolta, è la targa dedicata a Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino, giornalista e conduttore radiofonico barbaramente ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978.
Inaugurata lo scorso 24 maggio alla presenza di scuole e istituzioni, nemmeno quattro giorni dopo la targa è scomparsa, portata via da ignoti.
La sconcertante notizia è stata data da Pina Arena, docente che aveva promosso l’iniziativa, tramite un post su Facebook.
Pina Arena ha raccontato come gli ignoti “hanno tagliato e strappato la corda che la legava all’alberello di alloro”, lasciando persino i pezzi di corda tranciata per terra.
La docente ha sottolineato anche come la targa fosse “un simbolo: di riconoscenza, di memoria del coraggio di una Donna che non si è fermata davanti ai criminali della mafia, di un impegno tenace da onorare”. La gioia dell’inaugurazione ha ben presto lasciato spazio a “sgomento, dispiacere, e tanta rabbia”, ma la docente ha affermato che “la barbarie deve avere risposte” che verranno trovate.
La notizia è stata commentata anche dalla nipote di Felicia Impastato, Luisa, che, pur ricordando come da anni arrivino “notizie di sfregi e vandalismi ai luoghi in cui si ricorda Peppino”, ha sottolineato come questo sia il primo caso di “scomparsa di una targa dedicata alla memoria di mia nonna Felicia”.
Per questo motivo, ha sottolineato come quello avvenuto sia un “vile gesto, che non colpisce soltanto la memoria di Felicia, di Peppino e della nostra storia” ma di tutta la Sicilia e di “tutte quelle persone che si impegnano quotidianamente per riscattarla”.
Dopo la scomparsa
Dopo la scomparsa, è scattata la denuncia.
“Non ci siamo fermati – ha dichiarato ancora la docente Pina Arena tramite i social – il primo passo è stato denunciare al Commissariato di polizia l’atto vandalico contro ignoti, ragazzi, adulti, non so.
Comunque dietro c’è un disastro culturale sul quale tutte e tutti siamo chiamati a vigilare e a porci domande, a chiedere ed avere risposte, a fare, ciascuno per la propria parte”.
L’atto vandalico non accantonerà definitivamente l’idea.
“Ricollocheremo la targa – annuncia infine la docente – . Sarà uguale e diversa. Speriamo di farcela per la settimana prossima, prima della fine della scuola“.
Si ricorderà come questo gesto sarà fatto “insieme, studenti e prof, donne e uomini delle associazioni, della città civile che vuole immaginare risalite e risalire, dando segnali”.