"Ti amo ancora (terra)": con questa inconsueta e gigantesca dichiarazione d'amore Torino si è svegliata martedì mattina. Dopo aver tenuto con il fiato sospeso la città prima, tutta Italia poi, gli ideatori sono usciti allo scoperto. Ma ben 150 persone hanno "scritto" nella notte: una di questa, di origini siciliane, ha raccontato ai microfoni di LiveUnict dietro le quinte e ragioni dell'azione.
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Tre notti fa undici gigantesche lettere, con permesso speciale accordato dal Caval ‘d Brôns, hanno silenziosamente conquistato il selciato di Piazza San Carlo, a Torino. Il mattino seguente erano lì, in attesa di scorgere l’espressione stupita del primo passante, del più mattiniero.
Chissà quanti cittadini e visitatori hanno in seguito inclinato la testa e cercato l’angolo migliore con l’obiettivo di metterle insieme e scovare il messaggio, breve ed ampissimo allo stesso tempo.
“Ti amo ancora”: è questa la frase anonima, facilmente leggibile solo se osservata dall’alto, che nelle scorse ore è apparsa ed ha rapidamente fatto il giro di social, quotidiani, canali televisivi.
I meno attenti hanno frettolosamente gridato al gesto romantico, piuttosto plateale e non troppo rispettoso, mentre i più scettici hanno riscontrato in quelle parole i caratteri dell’ultima trovata pubblicitaria.
La prima ipotesi è stata velocemente accantonata quando sguardi più accurati hanno notato il termine “terra”, riportato a caratteri minori sotto l’ultima “a”. Anche la seconda, tuttavia, avrebbe avuto le ore contate.
Dopo aver fatto crogiolare nel dubbio per un po’ i curiosi, nel pomeriggio qualcuno è finalmente uscito allo scoperto e rivendicato la paternità del gesto. Ad attribuirsi quell’originale idea è stata la band musicale italiana Eugenio in Via di Gioia, con radici torinesi.
“Siamo stati noi a gridare: ‘Ti amo ancora’ “: è quanto confessato pubblicamente, tramite la loro pagina Instagram.
Dietro quel “noi”, tuttavia, non si celano soltanto i quattro componenti del gruppo, ma ben centocinquanta persone che, gessetti bianchi alla mano, hanno lavorato insieme per diverse ore.
Federica Sefora, partecipante di origini siciliane, ha svelato ai microfoni di LiveUnict il dietro le quinte di quello che si sarebbe poi rivelata un’azione ambientalista.
“Gli ‘Eugenio in Via di Gioia’ avevano mandato un messaggio su un’applicazione di messaggistica qualche giorno prima, dicendo dove e a che ora ci saremmo visti – racconta Federica Sefora – . Io in realtà, come molti altri, lo sono venuta a sapere solo nel pomeriggio di lunedì tramite un’amica, quindi è stato improvviso.
La cosa molto divertente è che nessuno dei coinvolti sapeva cosa avremmo fatto di preciso, ci era solo stato consigliato di vestirci con degli abiti ‘sacrificabili’ “.
Di lì a poco sarebbe iniziata una notte ricca e, per i più, unica. Ore impegnative ma all’insegna di una partecipazione collettiva tutt’altro che scontata dopo l’avvento della pandemia da Coronavirus.
“Abbiamo iniziato i lavori intorno alle 21:45 – ripercorre l’intervistata – . Sui social ho letto dei commenti di persone che ipotizzavano l’utilizzo di rulli da imbianchino, ma posso assicurarvi che ogni lettera è stata realizzata semplicemente con un metro, del nastro adesivo, gessetti, polvere di gesso e molta, molta pazienza.
La nottata, per quanto faticosa, è passata velocemente e a noi si è unito anche qualche passante incuriosito dal nostro presidio artistico.
Sono nate belle amicizie – rivela – , abbiamo riso, cantato e suonato insieme e, alla mezzanotte abbiamo anche festeggiato due compleanni! Abbiamo concluso i lavori (decisamente stremati ma soddisfatti) intorno alle quattro del mattino e siamo andati tutti insieme a fare colazione”.
I tanti partecipanti non hanno goduto soltanto di un momento di socialità, pur necessario. Questi hanno, al contrario, raggiunto la centrale Piazza San Carlo con un preciso ed inconsueto scopo: confessare i propri sentimenti, comuni, nei confronti di un unico soggetto.
“Il ‘Ti amo ancora (terra)’ è una dichiarazione corale d’amore verso il nostro pianeta ed una presa di coscienza – spiega Federica Sefora – . Una forma di amore che accomuna (o almeno dovrebbe) tutti gli umani.
La Terra si ama ‘ancora’ nonostante si stia facendo ancora poco per proteggerla”.
Tra le ragioni per cui è stato messo in piedi questo flash mob autorizzato spicca la necessità di attirare almeno per un attimo l’attenzione sulle molteplici problematiche che attanagliano il pianeta e che il lavoro di macchine e operatori non ha per certo cancellato già martedì, insieme alla scritta realizzata.
“Adesso la scritta non c’è già più ma i problemi che volevamo mettere in luce sono ancora là – ribadisce Federica Sefora, come già gli Eugenio in Via di Gioia – : inquinamento atmosferico, sfruttamento intensivo e distruttivo dei territori e pochissimi passi avanti fatti per contrastare il cambiamento climatico.
A Torino, dove ormai vivo da un anno, non ha piovuto per più di 100 giorni, il livello del Po è ai minimi storici da trent’anni a questa parte e tantissime coltivazioni stanno risentendo della siccità.
Da siciliana conosco bene questi problemi, che – spiega ancora – ahimè accomunano ormai gran parte dell’Italia e del mondo. Credo sia essenziale fare qualcosa, anche nel nostro piccolo”.
Gridare con parole scritte a qualcosa è servito? Vale la pena domandare proprio a chi ha creduto nel progetto se l’obiettivo prefissato è stato raggiunto.
“Si, penso proprio di sì – dichiara ancora Federica Sefora – . L’obiettivo era quello di sensibilizzare ancora di più sul tema del cambiamento climatico e su come questo ci riguardi tutti da vicino. La curiosità che questa scritta enorme ha scaturito si scontra con la poca considerazione che purtroppo le tematiche ambientali hanno.
Rimandare un maggiore impegno nella rivoluzione ambientale, economica e sociale non è più possibile: si può e si deve fare di più”.
Resta da chiedersi cosa resterà del “Ti amo ancora (terra)?”. Se il giallo è stato velocemente risolto, ideatori e partecipanti non possono che sperare che il messaggio lanciato sopravviva nelle menti di chi lo ha letto e contribuisca a introdurre dei cambiamenti. Per ottenere risposte certe forse bisognerà attendere ma, nel frattempo, si esprime una generale soddisfazione per quanto realizzato.
“È la prima volta che mi capita di partecipare ad un evento simile e devo dire che ripeterei con piacere l’esperienza – conclude Federica Sefora – . Oltre il nobile scopo è stato veramente bello essere stata la piccola parte di qualcosa di più grande ed essere arrivata in piazza San Carlo da sola ed esserne uscita, il mattino dopo, con un gruppo di amici ed un’esperienza indimenticabile alle spalle.
Insieme, siamo stati noi – ripete, infine, la giovane –a gridare: ‘ti amo ancora!’ “.
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