Dal 31 marzo scadrà lo stato di emergenza da pandemia: cosa cambierà a scuola? Di seguito le dichiarazioni del ministro Speranza.
Dall’1 aprile, con il nuovo decreto covid in vigore e la fine dello stato d’emergenza, si comincerà a tornare, pian piano, alla normalità. “Noi abbiamo appena chiuso la stagione più difficile per contrastare i virus, autunno e inverno, senza fare chiusure come hanno dovuto fare alcuni paesi – afferma Roberto Speranza, il ministro della Salute -. Il 91,36 degli over 12 ha fatto la prima dose, il 90% la seconda e 38,5 milioni il booster“.
La situazione vaccini, dunque, sembra a buon punto, ed è anche per questo motivo che dopo un lungo periodo di chiusure e privazioni ci si può permettere di allentare la presa: “il virus non scompare- dice Speranza– ma viene affrontato con misure ordinarie, come le mascherine al chiuso che restano e su questo faremo una nuova valutazione ad aprile su cosa fare. Teniamo linea di prudenza“.
“Il mio messaggio è chiaro e netto – aggiunge ancora -, per me la fine della fase di emergenza non vuol dire che magicamente il virus scompare, non è così, ma possiamo affrontare con mezzi diversi, un virus che inoltre non è più sconosciuto: abbiamo un tasso di protezione alto e nuovi strumenti come le pillole antivirali”.
Le novità riguardano anche e soprattutto la scuola: dall’1 aprile, i professori non vaccinati tornano a scuola con tampone negativo. “I lavoratori sopra i 50 anni e delle categorie dell’obbligo, esclusi i sanitari, potranno tornare al lavoro ma dovranno fare il tampone – continua il ministro -. Nei luoghi di lavoro le persone sopra i 50 anni e le categorie per cui vigeva l’obbligo, personale scolastico e forze dell’ordine, tornano ad una modalità di green pass base“.
Sempre per quanto riguarda la scuola, il ministro sottolinea quanto questo ambiente sia stato il più attenzionato durante tutto il periodo di pandemia: “Ogni volta che avevamo un tesoretto da investire in termini di miglioramento del quadro epidemiologico l’abbiamo investito sulla scuola – afferma -. Dal 1° aprile chi è positivo va a casa, ma tutti gli altri li vogliamo tenere il più possibile in classe perché i nostri ragazzi hanno pagato un prezzo eccessivo. Mancano due mesi alla fine della scuola e li vogliamo tenere in classe. Ora stiamo facendo una scelta diversa e i lavoratori oltre i 50 anni potranno tornare al lavoro ma devono fare il tampone. In altri termini, nei luoghi di lavoro le persone sopra i 50 anni e le categorie per cui vige l’obbligo, personale scolastico e forze dell’ordine sono a modalità green pass base, potranno fare il tampone e andare al lavoro”.
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