Chiunque abiti o visiti la Sicilia può godere di numerose ed eterogenee bellezze. Quel che non tutti sanno è che alcune di queste sono state riconosciute, per criteri naturali o valore culturale, persino patrimonio dell'intera umanità. Ecco i siti UNESCO presenti nell'Isola.
L’Italia è attualmente il Paese con più siti UNESCO al mondo. Luoghi che, per via del loro eccezionale valore universale, sono stati riconosciuti quali patrimonio comune dell’umanità. Sono stati, di conseguenza, inseriti all’interno della World Heritage List ovvero la Lista del Patrimonio Mondiale.
Ad ogni modo la Convenzione sul Patrimonio Mondiale, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, incoraggia i Paesi membri a identificare e tutelare il proprio patrimonio, che sia o meno iscritto nella lista.
Risale a luglio 2021 l’ultimo aggiornamento sui siti UNESCO a livello globale. Questi, secondo quanto stabilito nel corso della riunione del 44° Comitato per il patrimonio dell’umanità, ammontano a ben 1154, di cui:
Come già anticipato, il Bel Paese detiene il record assoluto: conta 58 siti UNESCO. Seguono la Cina, ben più grande dell’Italia ma costellata da 56 siti, e la Germania, che raggiunge quota 51.
I 58 siti italiani non hanno un’unica natura. In effetti 5 di questi, tra cui le Dolomiti, sono “siti naturali”.
Ad ulteriori 8 luoghi, invece, è stata affibbiata l’etichetta di “paesaggi culturali”: si citano, tra tutti, la Costiera Amalfitana o le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Dagli esempi emerge la varietà e la ricchezza delle bellezze della Penisola.
Ma qual è la Regione italiana con più siti riconosciuti patrimonio dell’Umanità? Questi luoghi particolarmente meritevoli di attenzione e cura risultano più numerosi in Lombardia. I siti UNESCO registrati in territorio lombardo sono, di fatto, ben 10.
La Sicilia conta invece 7 siti UNESCO: è quarta in Italia per numero, oltre che prima al Sud. Di quali si tratta?
Spostiamoci nell’Ennese e, più in particolare, a Piazza Armerina dove sorge la Villa Romana del Casale. Questa ha anticipato quasi tutti gli altri siti dell’Isola, divenendo patrimonio UNESCO nell’ormai lontano 1997.
Si tratta dell’esempio per eccellenza di una villa romana tardo-imperiale di lusso. I mosaici decorativi che la contraddistinguono testimoniano grande maestria e notevole originalità e non possono che incantare i visitatori. Rappresentano scene di vita quotidiane ma anche imprese di divinità ed eroi.
L’edificio, che si estende per circa 3500 metri quadri di superficie e conta ben 48 ambienti, rivela molto sulla struttura sociale ed economica dell’epoca, senza dimenticare di narrare usi e costumi della classe dominante romana.
Sembra che gli ambienti della Villa Romana del Casale siano stati abitati fino all’invasione araba risalente al nono secolo.
Allo stesso 1997 risale l’ambita iscrizione in elenco di un altro sito siciliano: l’Area Archeologica ( o Valle dei Templi) di Agrigento.
Oggi si può ancora godere di una vasta area archeologica, corrispondente ai resti dell’antica Akragas, ovvero il nucleo originario della moderna città. La fondazione, ad opera di coloni di Rodi e Creta provenienti da Gela, si colloca intorno al 580 a.C.
Proprio i maestosi templi dorici dedicati alle divinità ellenistiche, di cui è ancora possibile ammirare i resti, testimoniano l’importanza assunta e mantenuta da questa città all’interno del mondo mediterraneo.
Tra tutti, particolare menzione merita il Tempio della Concordia che, dopo il Partenone di Atene, è il più imponente tempio dorico sopravvissuto, oltre che una delle strutture architettoniche dell’antichità greca in miglior stato di conservazione.
Il patrimonio materiale della Sicilia è più ricco di quanto si creda. In questo rientrano in qualità di sito naturale, dal 2000, anche le Isole Eolie a cui spetta un record in materia di fenomeni vulcanici.
L’arcipelago in questione, che conta in totale sette isole, si trova nel Mar Tirreno meridionale, a Nord della costa siciliana.
Quel che non tutti sanno e che proprio queste isole minori hanno fornito alla Vulcanologia e alla Geologia due esempi di eruzione, ovvero la vulcaniana e la stromboliana. Tale dettaglio è anche una delle principali ragioni per cui le Isole Eolie sono attualmente riconosciute quali patrimonio dell’UNESCO.
L’Isola di Vulcano, in particolare, in passato è spesso stata evacuata a causa della periodica attività vulcanica che si svolge nel Gran Cratere.
Otto città del Sud-Est della Sicilia sono celebri in Italia e nel mondo soprattutto per l’arte tardo barocca. Si fa riferimento a:
Tutte sono accomunate da un’analoga storia di distruzione e rinascita: dopo il terremoto del 1693, destinato a radere al suolo l’intera area, vennero tutte ripensate come opere d’arte e ricostruite. Oggi abitanti e visitatori provano stupore proprio di fronte a questa rinascita.
Il sito patrimonio dell’UNESCO (dal 2002), simbolo del culmine del Barocco in Europa, comprende nel dettaglio:
Chiunque visiti questa zona difficilmente potrà dimenticare le stupefacenti facciate delle chiese o gli interni dei palazzi.
Ad ogni modo, spostandosi da un Comune all’altro, si può incorrere in un Barocco dalle diverse peculiarità: mentre a Catania assume per via della pietra lavica il tipico colore grigio scuro, a Noto si identifica con edifici dal luminoso color miele.
L’iscrizione alla World Heritage List risale al 2005.
La Necropoli di Pantalica conta 5000 tombe datate tra il tredicesimo al settimo secolo a.C., scavate nella roccia in prossimità di cave di pietra.
All’epoca bizantina, invece, risalgono le fondamenta del Anaktoron, il Palazzo del Principe.
Dal canto suo Siracusa, la cui fondazione risale all’ottavo secolo a. C., è testimonianza della presenza greca nell’Isola e, più in generale, nel Mediterraneo Occidentale.
“La più grande città greca e la più bella di tutte”: con tali parole la descrisse Cicerone.
Il nucleo della città, l’Isola di Ortigia, controllava due importanti porti naturali. Dal teatro greco all’anfiteatro romano, passando per il Tempio di Atena, poi adibita a cattedrale: le bellezze locali sono numerose.
Perché Pantalica e Siracusa figurano tra i siti UNESCO? Le aree in questione, e i monumenti qui presenti, “costituiscono un accumulo unico, attraverso i secoli e nello stesso spazio, di notevoli testimonianze sulle culture del Mediterraneo“.
All’interno della World Heritage List non potrebbe mancare il nome Etna: questo è stato qui aggiunto nel 2013.
Il sito patrimonio dell’umanità comprende l’area del Vulcano più rigorosamente protetta e scientificamente importante e rientra nel Parco naturale regionale dell’Etna. Copre un’area di 19.237 ettari.
Andrà ricordato che “‘A Muntagna”, che sorge lungo la costa orientale dell’Isola, è (geograficamente parlando) il vulcano più grande d’Europa e tra i più attivi al mondo. Da circa 2.700 anni la sua attività viene documentata, eppure non smette ancora di stupire.
L’Etna è importante tanto per gli studiosi quanto per gli isolani e, in particolar modo, per i catanesi: i primi le riservano costante attenzione, i secondi eterno attaccamento.
Il settimo e ultimo sito UNESCO siciliano è stato proclamato a Bonn nel 2015. Questo comprende diversi edifici religiosi e civili:
L’iscrizione è avvenuta sulla base di due criteri.
“Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale – si legge, tra il resto – è la materiale testimonianza una particolare condizione politica e culturale caratterizzata dalla feconda convivenza di persone di diversa provenienza (musulmana, bizantina, latina, ebraica, lombarda e francese)”.
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