La Giornata Internazionale della Donna ricorre ogni anno giorno 8 marzo per ricordare non solo le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazione e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. Tale celebrazione nasce negli stati uniti a partire dal 1909 e in Italia dal 1922.
A Catania, oggi, si è tenuta la manifestazione per lo sciopero femminista e transfemminista indetto dal movimento internazionale “Non Una di Meno” e anche quest’anno migliaia di persone hanno preso parte al corteo iniziato a Piazza Roma e proseguito lunghe le vie della città di Catania fino a raggiungere Piazza Università. La redazione di LiveUnict ha preso parte al corteo per rivendicare i diritti delle donne e l’importanza che esse abbiano.
8 marzo 2022: “Non Una di Meno”
Il corteo ha avuto iniziato alle ore 9:30 a Piazza Roma, migliaia di giovani e non solo sono state lì a manifestare e a rivendicare i propri diritti nella società. Non Una di Meno è un’associazione di donne attiviste e femministe che vogliono dire basta al femminicidio e alla violenza di genere e chiedono un cambiamento politico e sociale strutturale. Il movimento nasce in Argentina e il suo grido di battaglia è la lotta contro la violenza sulle donne e la discriminazione di genere in tutte le sue forme.
“Torniamo in Piazza per gridare ancora una volta non una di meno – esordiscono le donne attiviste del movimento -. Questi due anni di pandemia hanno duramente colpito le nostre condizioni, è stato difficile privarci della potenza dei nostri corpi. Le donne si sono fatte carico del lavoro di cura necessario per sopravvivere, hanno pagato cure mediche essenziali, hanno pagato sulla loro pelle il prezzo di un lockdown di quelle “Io resto a casa”, che per molte è stata una condanna.
Oggi essere in piazza è importante. È importante tornare marea – continuano -. Oggi scendiamo in piazza dicendo che lo sciopero femminista e transfemminista è per tutti, tutte e tuttu. È uno sciopero per un futuro migliore di uguaglianza in cui è la sorellanza a governare e non il profitto”.
Manifestare per arrivare alla parità di genere: “Se ci fermiamo noi si ferma il mondo”
Ad oggi non si è ancora arrivati ad una parità di genere al 100%. Infatti, basta pensare ai profitti e ai salari: la donna, alcune volte, ha dei guadagni inferiori rispetto all’uomo pur effettuando lo stesso lavoro con le stesse mansioni. La donna è vista con occhi diversi nel momento in cui ammette di voler avere una gravidanza all’interno di un contesto lavorativo.
“Manifestiamo per un mondo in cui non ci siano più licenziamenti per maternità – urlano le attiviste -, part-time obbligati e molestie sui posti di lavoro e per strada. Per un mondo di educazione sessuale al piacere e contro la violenza patriarcale. Se ci fermiamo noi si ferma il mondo”.
Le molestie sui posti di lavoro
Molte donne, sono vittime di violenza sui posti di lavoro. Si tratta di violenza verbale, fisica ed economica. Catania si è riempita di rosa con fasce e slogan per far sentire la propria presenza scendendo in piazza a manifestare per i propri diritti.
“Oltre un milione di molestie sui posti di lavoro che non vengono riconosciute – urla una donna durante la manifestazione -. Donne, denunciamo i part-time sui posti di lavoro, denunciamo i colloqui in cui viene richiesto se si vogliono avere figli, denunciamo quando dobbiamo subire licenziamenti mascherati o trasferimenti. Si tratta anche di violenza economica. Molte neo mamme si sono dimesse dopo la pandemia per una questione di salario, di paga”.
Il corteo fino a Piazza Università
Il corteo iniziato a Piazza Roma, stamani 8 marzo, si è concluso a Piazza Università. Dunque, i partecipanti e le attiviste hanno camminato lungo le strade di Via Etnea incuriosendo i passanti e i negozianti che incuriositi dalle urla e dalla musica sono usciti ad ammirare ciò che stava accadendo. Discorsi, urla, musica, balli e slogan recitati: queste sono le “attività” che hanno animato stamani la città di Catania.