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Legambiente, Sicilia regione più colpita da eventi climatici estremi

La Sicilia è la regione che soffre maggiormente i cambiamenti climatici e gli eventi estremi. I dati di Legambiente dal 2010 a oggi segnalano netti peggioramenti.

Incendi e siccità in estate, uragani mediterranei e alluvioni in autunno. Da qualche anno a questa parte, le stagioni dei siciliani sono scandite da eventi meteorologici estremi. Un evento eccezionale un tempo, una normalità a cui si fa fatica ad abituarsi oggi. Con la fine del 2021, il dato empirico è affiancato da quello numerico: nel report CittàClima di Legambiente, la Sicilia è la regione italiana più colpita da eventi climatici estremi dal 2010 a oggi.

Sono 144 gli eventi estremi nell’Isola negli ultimi undici anni, di cui 30 nel solo 2021, un incremento del 20% in più rispetto alla media. “I dati dell’osservatorio CittàClima di Legambiente pubblicati oggi ci consegnano un quadro sconfortante per la Sicilia che occupa il primo posto della triste classifica sul numero di eventi estremi che hanno colpito l’Italia dal 2010 ad oggi“, dichiara Anita Astuto, responsabile Energia e clima di Legambiente Sicilia. L’Isola occupa il primato tra le regioni italiane superando la Lombardia, che con 124 eventi estremi è la seconda regione più colpita.

Tra gli eventi estremi si conta anche il medicane Apollo, che ha colpito la costa orientale della Sicilia a inizio ottobre provocando tre morti nella provincia etnea: due a Scordia e uno a Linguaglossa. “Un tributo notevole – aggiunge Astuto – in termini di vite umane e di danni sia in ambito agricolo che urbano che non può lasciare indifferenti. In termini di adattamento ai cambiamenti climatici, vanno assolutamente rivisti tutti gli strumenti di pianificazione sia su scala regionale che locale, affinché i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza siano davvero spesi in opere utili”.

Nella manovra finanziaria regionale di recente approvata, fondi dedicati sono previsti per l’adattamento climatico dei comuni e il contrasto al dissesto idrogeologico. Tuttavia, la strada da fare è ancora tanta. “I Comuni – osserva Astuto – hanno molto da fare, dai Pug (Piano Urbanistico Generale) ai Paesc (Piano d’azione Energia Sostenibile e Clima), questi ultimi assolutamente sottovalutati dalle amministrazioni, e che sono invece la risposta urgente e necessaria, perché sono quelli che pianificano quali sono le azioni su scala urbana da mettere in campo sia in termini di riduzione delle emissioni di gas serra (azioni di mitigazione) che di adattamento appunto ai cambiamenti climatici.

Ci auguriamo che questa dura lezione impartita dal clima – conclude – sia servita ai decisori politici in termini di consapevolezza sul fatto che non c’è più tempo da perdere e che la Sicilia è la regione che prima di altre patirà le conseguenze, se non si avvierà un cambio di rotta“.

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