Il Comitato tecnico-scientifico raccomanda nuovi strumenti da adottare per frenare la diffusione dei contagi in Sicilia. La situazione non appare drammatica, tuttavia è in peggioramento.
In Sicilia l’aumento dei focolai e dei nuovi contagi da Covid-19 induce a rafforzare alcune misure in tutte il territorio.
Gli strumenti raccomandati nelle scorse ore dal Comitato tecnico scientifico, poi condivisi dall’Assessorato, sono: il rafforzamento di tracciamento su territorio; la sensibilizzazione delle comunità locali verso il completamento dei cicli di vaccinazione e l’intensificazione del ricorso alle terze dosi.
Grazie all’intensificazione della campagna vaccinale, il quadro delineato dal Cts non risulta drammatico, ma si evidenzia comunque un peggioramento. In Sicilia, l’incidenza si avvicina ai 250/100.000 abitanti con un rapido incremento nell’ultima settimana. Nonostante l’ultima settimana abbia registrato un aumento di focolai e quello dei nuovi casi non associati a catene di trasmissione già note, i tassi d’incidenza sono ancor< al di sotto della media nazionale.
“Nel contempo grazie all’estensione della campagna vaccinale si è determinata una maggiore protezione verso l’ospedalizzazione rispetto al passato – si legge nella nota resa pubblica dal Cts – : in Sicilia il rapporto tra casi settimanali e attualmente ricoverati è di circa il 6% (l’11% degli attuali ricoverati si trova in terapia intensiva) e la soglia di occupazione dei posti letto del 10% in terapia intensiva e 15 % in area medica è stata appena superata.
Le ultime stime dell’Istituto superiore di Sanità confermano come la dose booster moltiplichi le difese dal rischio di sviluppare una malattia grave nel caso in cui si venga contagiati dal virus“.
Sulla mortalità e ospedalizzazione di vaccinati e non vaccinati aggiungono che “nel periodo 29 ottobre-28 novembre il tasso di decesso tra i non vaccinati è stato di 23,4 per 100.000 persone, mentre tra i vaccinati oscilla tra 1,6 di quanti hanno ricevuto la terza dose e 3,1 di chi ha fatto due somministrazioni da più di 150 giorni”.
“Differenze che si riscontrano anche per le ospedalizzazioni – si riporta ancora – : il tasso dei ricoveri in area medica tra i non vaccinati è di 118,1/100mila abitanti, quello dei ricoveri in terapia intensiva è di 16,5/100.000, mentre nella popolazione vaccinata il dato oscilla rispettivamente tra 9,4-20,5/100 mila abitanti per l’area medica e 0,8-1,4 per le terapie intensive“.
Per questo, conclude il Cts, “una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il ricorso alla terza dose che consente il mantenimento di una elevata risposta immunitaria, rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto dell’epidemia anche sostenuta da varianti emergenti“.
L’Assessorato regionale alla Salute si affretta ad incrementare la somministrazione della terza dose, che dal 10 gennaio andrà effettuata a quattro mesi dall’ultima.
Nel frattempo il Cts, secondo quanto raccomandato dal Dasoe, ha introdotto un nuovo criterio per individuare le zone a maggiore rischio di diffusione del contagio: non si considererà più soltanto l’incidenza e la copertura vaccinale con seconda dose, ma anche il mancato raggiungimento di adeguati standard di copertura nella platea degli aventi diritto alla dose booster.
Si ricorda che, attualmente, in Sicilia l’82% degli over 12 ha completato il ciclo primario di vaccinazione, mentre la media di copertura degli over 60 eleggibili alla terza dose è di poco superiore al 49%.
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