Tutti sanno cos'è la "fuitina" perché ne hanno sentito parlare da nonni, conoscenti, familiari... Ai tempi, infatti, era una pratica molto diffusa tra le giovani coppie che non potevano godersi il proprio amore in tutta libertà. Per fare un viaggio nelle usanze del passato, la redazione di LiveUnict, ha parlato con alcune signore che hanno messo in atto la pratica della "fuitina".
All’epoca, non si cominciava una relazione o si conosceva un ragazzo sui social, alle feste, sui siti d’incontri o durante le gite scolastiche. I modi di conoscere il futuro marito erano differenti. Infatti, le priorità erano altre, era senz’altro mettere su famiglia, accasarsi e trovare la propria felicità all’interno di un “nido”. Differenti, tuttavia, erano le usanze e i modi per cercare marito.
Senz’altro tutti avranno nonni, familiari o conoscenze che hanno intrapreso la classica “fuitina”, ovvero la classica avventura amorosa che consisteva nel mettere in atto “la scappata con l’uomo che si amava”. La fuitina veniva messa in atto da tante ragazze e ragazzi che non erano liberi di godersi il proprio amore, a volte, poiché i genitori imponevano delle “regole” durante la relazione.
A tal proposito, la redazione di LiveUnict per chiarire il vero significato di questo termine e per entrare nel cuore delle vecchie usanze siciliane ne ha parlato con la Signora Nunzia e con Maya, nipote della signora Pippa, due donne che ai loro tempi scapparono con l’uomo che amavano.
“La fuitina si è svolta nel modo più naturale possibile – esordisce la signora Nunzia -, anche perché eravamo fidanzati da tre mesi e la mia famiglia conosceva già mio marito, eravamo fidanzati in casa in tutta regola. Successivamente, mio padre disse al mio attuale marito che potevamo vederci solo una volta a settimana, e a lui questo non andava bene, e così, dopo qualche tempo di sopportazione per questa situazione, mi chiese di fuggire, ed io ho accettai.
Siamo scappati in modo inconscio, ovviamente, perché non avevamo nulla – continua -. Io avevo appena 16 anni e lui appena 20. Tanti sogni da voler realizzare, ma in effettivo poca disponibilità economica. All’inizio non è stato semplicissimo, mio marito faceva il fabbro ed io la casalinga”.
La scappatella della Signora Nunzia, ha avuto un seguito. Tuttavia, tutto è andato a buon fine per il loro futuro. “Ad oggi – continua la Signora – siamo genitori di quattro figli, due femmine e due maschi, e abbiamo nove nipoti che adoriamo. Ma la vita per noi all’inizio non è stata facilissima, per la disponibilità economica ridotto di allora. Mia sorella più piccola, è fuggita anche lei 14 anni, a quei tempi era considerata una normalità, un qualcosa che facevano tutti, per potersi creare un futuro”.
Ai tempi, scappare non era così semplice. Le disponibilità economiche erano ridotte ed inoltre dei giovani ragazzi non hanno a disposizione le risorse necessarie per poter “scappare” lontani e condurre una vita serena. “Era un giorno come tanti, nessuno si sarebbe aspettato la nostra fuga – racconta ai microfoni di LiveUnict la signora Nunzia -. Mio marito aveva un amico, che ci ha aiutati prestandoci una casa in suo possesso, dove abbiamo vissuto per tre giorni.
Dopo di che, dopo questa breve ‘’dimostrazione d’amore vero’’, siamo ritornati a casa e siamo andati da mia suocera – continua -. Successivamente, insieme ai miei suoceri, siamo andati a casa mia a parlare con i miei genitori. Ormai potevamo considerarci sposati, perché in effettivo la fuitina a quei tempi significava questo, pur non essendolo in realtà”.
A quei tempi, la fuitina, era considerato un atto normale e che veniva messa in atto frequentemente da numerose coppie. Ma, senz’altro, i genitori e i familiari non erano particolarmente contenti nel vedere una figlia in tenera età scappare con un uomo, alcune volte anche più grande.
“I miei genitori erano dispiaciuti – dichiara la Signora -. Non si aspettavano da parte nostra questo comportamento. Ma date le restrizioni di vederci solo una volta a settimana, che aveva imposto mio padre, ci sembrava la scelta più giusta, anche se non era così. I miei genitori conoscevano il mio attuale marito, anche ai tempi, prima che noi decidessimo di scappare, conoscevano la sua famiglia, si erano informati se fossero gente per bene, e così era”.
“Successivamente, dopo sei mesi dalla fuitina, ci siamo sposati. È stato tutto molto frettoloso, ma come dicevo – continua – il matrimonio, dopo la fuitina, era visto come un qualcosa da fare con imminenza”.
“La fuitina era una cosa normale ai nostri tempi – racconta la signora Nunzia -. Tutti i giovani di una volta, degli anni 70/80, mettevano in atto la fuitina, in tenera età. Ad oggi, potremmo dire, è l’equivalente di andare a convivere. Una prova del nove insomma. Una dimostrazione d’amore a tutti gli effetti”.
Maya, racconta ai microfoni di LiveUnict la storia della fuitina dei suoi bisnonni, un uomo e una donna che negli anni ’30 decisero di scappare e di giurarsi amore eterno.
“Non sappiamo dove siano scappati – esordisce Maya, in merito ai suoi bisnonni -, tuttavia, una volta commessa la fuga ci fu molto rispetto da parte di lui nei confronti di lei: nonostante la fuitina i due non “consumarono” attendendo fino all’ufficializzazione del matrimonio. Questo non lo dissero mai ai genitori, per timore forse di essere separati una volta tornati. La prima notte, infatti, lui dormì a terra, lasciandole il materasso”.
“Quando fuggirono, i miei bisnonni avevano rispettivamente 24 e 21 anni, era il 1932 – racconta Maya -. Non avendo mai avuto un vero matrimonio, per il cinquantesimo fecero festa in grande, persino con la torta a piani”!
“I genitori dei miei bisnonni non accettavano il loro amore poiché i due ragazzi erano cugini di primo grado – racconta Maya -, figli di due fratelli da parte di padre (avevano infatti lo steso cognome). I parenti non la presero bene, ma dovettero accettare il fatto che lei fosse “compromessa” anche se, appunto, non vi fu alcuna consumazione fino a matrimonio ufficializzato. La fuitina, tuttavia, rappresentava la compromissione della donna, quindi andava accettata per forza”.
“I miei bisnonni sono rimasti sposati per 56 anni – conclude Maya -, fino alla morte del mio bisnonno Turi nel 1988. Ebbero quattro figli insieme e lei riuscì a vedere persino tre bisnipoti. Si amarono moltissimo per tutta la loro vita”.
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