Catania è la prima tappa della mostra I/Reporter di Michael Christopher Brown. Un viaggio brutale e commovente, in cui lo sguardo del fotografo è filtrato dalla lente di un iPhone. Ce ne parla il curatore della mostra, Ezio Costanzo.
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La mostra I/Reporter raccoglie gli scatti del fotoreporter Michael Christopher Brown, fotografo americano che tramite il suo iPhone ha raccontato numerosi conflitti negli ultimi anni e creato delle opere d’arte, oggi esposte a Catania, presso il polo fieristico Le Ciminiere. L’esibizione è itinerante e Catania è stata scelta come prima tappa di un tour che toccherà altre città italiane, come Milano, per poi spostarsi in tutta Europa. Lo anticipa ai microfoni di LiveUnict il professor Ezio Costanzo, curatore della mostra. La mostra è coinvolgente, alcuni scatti sono brutali e agghiaccianti ma l’insieme non è mai refrattario. Il fotografo non manca nel mandare anche un messaggio di speranza, quella stessa speranza, di un mondo migliore, che lui stesso nutre a seguito di una grave perdita vissuta durante il suo lavoro sul campo. La visione dei luoghi raccontati da Brown sono stati catturati dal suo obiettivo e il fil rouge che emerge è la capacità di emozionarsi di fronte alla spontaneità del genere umano, sia nell’amore che nell’odio. Occhi, mani e sagome di uomini in paesaggi inospitali e spesso sconfinati raccontano il mondo attraverso la lente dell’artista.
La mostra è una vera e propria esplosione di colori, dove l’essere umano, in tutte le sue sfaccettature, è il fulcro e soggetto di ogni scatto. Le foto spaziano da scatti dai colori accesi e sgargianti per scene di guerra e vita quotidiana nei Paesi in via di sviluppo, al più classico e malinconico bianco e nero, scelto per rappresentare la speranza, l’amore e la vita, ma anche la miseria irriverente dei malfamati sobborghi statunitensi.
“In questi reportage la tensione introspettiva della narrazione si fonde perfettamente con gli aspetti compositivi delle immagini“, dichiara Ezio Costanzo, curatore della mostra, che continua sottolineando come oggi il reportage di guerra sia molto diverso da quello di Robert Capa o Phil Stern. “I conflitti si immortalano anche con l’iPhone, con il quale la possibilità di movimento è massima e non esiste più la censura militare delle immagini“, aggiunge.
La mostra la si scopre come se fosse un viaggio per il mondo. Dalla Libia al Congo, dalla Palestina a Cuba, fino ai ghetti più poveri degli Stati Uniti. Ogni parete un Paese, nella quale vengono esposti gli scatti selezionati, che esprimono sentimenti e sensazioni diverse: la crudeltà dalla lotta libica e afghana, la perversione cubana, fino all’inquieta solitudine cinese. Non solo foto brutali compongono la mostra. Una sezione, che prende il nome di “a more beautiful world is possible“, espone invece foto che secondo il punto di vista dell’artista esprimono speranza con scatti che catturano momenti dal significato diverso: la gravidanza, la sopravvivenza a un intervento al cuore e tanti, tanti bambini, che certamente sono capaci di guardare al futuro con occhi diversi.
All’interno della mostra c’è anche spazio per Catania. Tre gigantografie richiamano anche il capoluogo etneo, al quale Michael Christopher Brown insieme all’artista del suono, Michele Spadaro, ha dedicato “un’isola sonora”: un’istallazione immersiva dove suoni e parole richiamano il capoluogo etneo e la Sicilia in generale, per la quale il fotoreporter ha errato per una settimana, accompagnato dal giovane Spadaro.
Sull’isola sonora è possibile udire suoni rievocatori, come lo “scruscio” del mare, le urla dialettali tipiche del folkloristico mercato del pesce di Catania e persino i suoni da sottofondo usati per gli spettacoli di burattini.
“Esplora i conflitti e gli altri aspetti socioeconomici, politici e ambientali del nostro pianeta“. Ezio Costanzo descrive e riassume così la figura di Michael Cristopher Brown, il giovane fotoreporter statunitense, 43enne, divenuto famoso per la sua documentazione della guerra civile in Libia nel 2011, durante la quale rischiò di morire e in cui persero la vita due suoi colleghi, che con commozione ricorda in un video visibile in un’area riservata della stessa mostra, dove anche lo spettatore, in silenzio e intimità, può commuoversi.
Durante l’intervista, il docente, giornalista e storico italiano contemporaneo Ezio Costanzo ci confessa la sua stima per questo giovane fotoreporter che, al contrario di tanti altri, vive le esperienze ritratte stanziandosi nei luoghi per un lungo periodo, per poter entrare e farsi coinvolgere da quelle realtà che il suo obiettivo immortalerà.
La scelta di iniziare a fotografare con l’iPhone è stata inizialmente dettata dalla necessità. Durante un conflitto a fuoco in Libia, Brown perse la sua macchina fotografica e così si vide costretto ad arrangiarsi col suo cellulare per continuare a documentare i fatti. Questo modus operandi lo ha poi attuato anche per altri suoi reportage in altri Paesi: Egitto, Congo, Cuba, Palestina, Repubblica dell’Africa centrale, Cina.
“Questo non significa che Brown non faccia mai uso della macchina fotografica”, precisa Ezio Costanzo durante l’intervista per LiveUnict, ma evidenzia la flessibilità del fotografo che con la sua nuova forma di reportage ha attirato l’attenzione di prestigiose riviste: Time, The New York Times e National Geographic. Il mezzo infatti oltre a permettere una migliore mobilità facilita anche la rapida pubblicazione degli scatti sui social, permettendo un’informazione quasi in diretta.
La mostra, promossa e realizzata da Fondazione OELLE Mediterraneo antico in co-organizzazione con la Città Metropolitana di Catania, si trova presso la Galleria d’Arte Moderna-Le Ciminiere, in Viale Africa n. 12. La mostra è visitabile dal 9 ottobre al 30 aprile 2021, nei seguenti giorni: da martedì a domenica dalle ore 9:00 alle ore 17:00 (vendita ultimo biglietto ore 16:00).
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