Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia. Questo è quanto è emerso durante la presentazione della campagna "Questo non è amore" a Catania. Presente anche la Ministra dell'Interno Lamorgese.
Si è tenuta a Catania la presentazione di “Questo non è amore“, una campagna di prevenzione della Polizia contro la violenza sulle donne. L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, si tiene al teatro Vincenzo Bellini alla presenza della Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, del capo della polizia, Lamberto Giannini, e del direttore centrale dell’Anticrimine, Francesco Messina.
I dati emersi alla presentazione sono gravissimi. Sono 89 al giorno le donne vittime di reati di genere in Italia, e nel 62% dei casi i maltrattamenti e la violenza avvengono all’interno delle mura familiari.
Dalle analisi è emerso che nel 72% dei casi l’autore dell’omicidio è il marito o l’ex marito.
In un caso su due l’autore ha usato un’arma da taglio. Il 70% delle vittime erano italiane. Nell’andamento degli omicidi di donne rispetto agli omicidi in genere è stato registrata una leggera diminuzione: se nel periodo gennaio-agosto 2020 le donne vittime di femminicidio erano il 48% di tutte quelle uccise, nell’analogo periodo del 2021 l’indice scende al 41%.
Sale il dato delle donne che lasciano figli piccoli: nel gennaio-agosto 2020 era del 25%, mentre nell’analogo periodo del 2021 del 31%; è del 40% con i dati rilevati prima della pubblicazione della brochure realizzata per l’iniziativa.
Il tasso più alto di donne che si rivolgono alle forze dell’ordine per le richieste di ammonimento si registra nelle regioni del sud, in particolare in Sicilia.
Contro il femminicidio c’è “l’urgenza di procedere con norme nuove da portare avanti anche in sinergia con le altre amministrazioni che sono interessate” e ci “stiamo lavorando con gli altri ministri, Cartabia, Gelmini e Carfagna“, ha affermato la Ministra dell’Interno Lamorgese.
“Spero che il pacchetto di norme del ministero dell’Interno possa andare la settimana prossima in Consiglio dei ministri. Certamente c’è l’esigenza di una modifica del minimo delle pene edittali per potere poi procedere con strumenti di prevenzione maggiormente efficaci“, ha concluso la Ministra.
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