Diabete tra i più giovani, l’esperta: “I consigli da seguire dopo la diagnosi”

In occasione della Giornata mondiale del Diabete, che ricorre oggi, vale la pena far luce su una patologia di cui tanto occorre sapere: LiveUnict ha chiesto informazioni e consigli alla Dottoressa Rossella Strano, specialista ambulatoriale nella branca di Endocrinologia, che ha anche lanciato un importante appello.

È la Giornata mondiale del Diabete. Istituita nel 1991, tale ricorrenza cade in concomitanza con il 100° anniversario della scoperta dell’Insulina, isolata dai due medici canadesi Frederick Grant Banting e Charles Herbert Best. Tuttavia, più che la memoria, protagonista di questa domenica dovrà essere la sensibilizzazione su una condizione comune a numerosissimi italiani.

Il Diabete è, di fatto, una patologia assai diffusa ma non per questo conosciuta in maniera adeguata e da chiunque. Basti pensare che, secondo alcune stime, soltanto in Italia circa 1 milione di persone è affetto da questa malattia ma ancora non lo sa.

Risulterà utile, allora, distinguere le varietà di Diabete, delinearne la specifica sintomatologia e capire se la prevenzione sia una possibilità concreta: è la Dottoressa Rossella Strano, specialista ambulatoriale nella branca di Endocrinologia presso l’ASP di Ragusa, a fornire informazioni e consigli preziosi su una patologia che può sopraggiungere ad ogni età.

Diabete: le principali varietà

In prima battuta, servirà fornire una definizione adeguata.

“Il Diabete – spiega la Dottoressa Strano  –  è una patologia cronica molto diffusa in tutta la popolazione mondiale e purtroppo in crescita esponenziale”.

Un aumento di soggetti diabetici, quello indicato dalla specialista, confermato da alcuni più recenti dati. Di fatto, secondo l’Istat, nel corso dell’ultimo ventennio in Italia le persone colpite da Diabete sono passate dal 3,8% al 5,8% della popolazione nazionale (oltre 3 milioni e mezzo di persone).

Secondo quanto esplicitato dall’esperta, non esiste una sola varietà di Diabete. Le principali sono:

  • Diabete tipo 1 (detto anche insulino-dipendente), che colpisce solitamente in età infantile-adolescenziale;
  • Diabete tipo 2 (detto anche non-insulino-dipendente), che riguarda solitamente gli adulti affetti da obesità;
  • Diabete gestazionale;
  • Diabete monogenico (per esempio il MODY, acronimo di “Maturity Onset Diabetes of the Young”) che compare nell’ambito di più soggetti nella stessa famiglia;
  • Diabete secondario ad altra patologia (per esempio malattia del pancreas) o farmaci (come il cortisone).

Come emerge da questo elenco, il rischio non riguarda i soli adulti.

 “Il Diabete può colpire i giovani a qualsiasi età – ribadisce la Dottoressa . Il Diabete giovanile propriamente detto è quello insulino-dipendente (o tipo 1) ma questa classificazione non può essere così schematica poiché il tipo 2, dell’adulto, associato a sovrappeso, obesità e sedentarietà, può comparire anche in epoca precoce, persino in età adolescenziale e infantile”.

Inoltre, con l’arrivo di una gravidanza, spesso giovani donne si trovano a dover fare i conti con un Diabete definito “gestazionale” e legato a diversi fattori, quali “familiarità per diabete, a sovrappeso o obesità pre-gravidica, sindrome dell’ovaio policistico”. 

Diabete: i sintomi da riconoscere

Per una diagnosi precoce ed un intervento tempestivo e corretto occorre, prima del resto, conoscere e riconoscere i sintomi legati ad una determinata patologia. La specialista indica, con le dovute distinzioni, quelli del diabete.

Quando il Diabete insorge in maniera improvvisa dovuta a mancanza di insulina per distruzione delle beta cellule pancreatiche (quelle che secernono insulina) – precisa la Dottoressa Strano  – la sintomatologia è molto marcata e franca ed è caratterizzata da repentina perdita di peso, forte senso di sete e necessità di bere, bisogno di urinare frequentemente e senso di spossatezza e sonnolenza, tanto da esordire, quando non colto in tempo, con il coma da chetoacidosi diabetica, ormai raro a vedersi.

Nella stragrande maggioranza dei casi, la sintomatologia è sfumata o addirittura assente, per cui il paziente potrebbe avere glicemie alterate per anni, senza accorgersene se non riscontrando valori alterati solo con le analisi di routine. Questa esposizione all’iperglicemia lieve ma per anni – continua l’esperta – , può danneggiare negli anni gli organi per cui al momento della diagnosi si possono trovare già dei danni da iperglicemia cronica, come la retinopatia diabetica”.

Le prevenzione è sempre possibile?

Prevenire, si sa, “è meglio che curare”. Tale detto, tuttavia, purtroppo non vale in ogni caso. Per quanto riguarda il Diabete, per esempio, la possibilità di prevenzione risulta strettamente correlata alla singola forma.

La prevenzione del Diabete tipo 2 e del diabete gestazionale è possibile – indica l’intervistata – conducendo uno stile di vita sano, mantenendo una corretta alimentazione e prediligendo frutta, verdura, cereali integrali e legumi, riducendo il peso corporeo, praticando costantemente attività fisica, anche di lieve intensità ma costante nel tempo”.

Accorgimenti apparentemente banali ma che i tempi frenetici offerti dalla società moderna potrebbero rendere invece difficile da seguire: è quanto ammesso dalla Dottoressa Strano, prima di fornire ulteriori ma non così confortanti dettagli in merito a quello che, fino a poco tempo fa, era denominato anche “Diabete infantile”.

Il Diabete tipo 1 non si può ancora prevenire – precisa l’esperta – perché non si conosce il meccanismo che porta alla distruzione delle beta cellule, trattandosi di una patologia autoimmunitaria”.

La vita di un’adolescente dopo una diagnosi

Se è vero che un’improvvisa diagnosi non è quasi mai semplice da accettare, bisognerà anche ammettere che l’inattesa scoperta di una patologia risulta particolarmente intollerabile per una persona giovane, che spesso crede di essere invincibile.

“Quando viene posta diagnosi di Diabete tipo 1 ad un adolescente, la vita di una intera famiglia viene sconvolta perché spesso non si riesce ad accettare questa nuova condizione – dichiara la Dottoressa Rossella Strano – .   Immediatamente l’istinto dei familiari e del giovane (quando adolescente) è il rifiuto della malattia. Alle volte si cercano dei centri di sperimentazione per l’impianto di cellule staminali e spesso si rifiuta anche la terapia pensando di poter ovviare all’insulina soltanto con l’alimentazione”.

 Superare quel che per molti, soprattutto all’inizio, risulta essere un vero trauma è possibile ma non in piena solitudine.

È necessario sin dall’esordio un supporto multidisciplinare – raccomanda la specialista intervistata – con psicologo, medico, infermiere, dietista per iniziare un percorso di vita nella gestione a 360° di una malattia di fatto spesso difficile da gestire”.

Inoltre i progressi in ambito tecnologico, a detta della Dottoressa, costituiscono già un supporto notevole per i professionisti.

“La tecnologia oggigiorno ci permette di fornire gli strumenti giusti al paziente attraverso l’utilizzo di microinfusori – continua l’esperta – , cioè di apparecchi che erogano la quantità di insulina stabilita e dei boli aggiuntivi (da parte sempre del paziente diabetico) e che spesso sono associati a sensori per il monitoraggio continuo della glicemia”.

Ma cosa si prospetta per il futuro? Non si esclude che, con lo scorrere del tempo, possa subentrare l’uso di strumenti innovativi quali il “pancreas artificiale” che, come spiega la Dottoressa Strano, “possa permettere di erogare l’insulina in modo intelligente attraverso degli algoritmi di comunicazione tra sensore e microinfusore”.

Diabete in giovane età: i consigli

Quando sopraggiunge, il Diabete diviene una presenza con cui fare costantemente i conti. Eppure questa “convivenza forzata” può diventare meno dura con una buona dose di forza di volontà e la guida di esperti che abbiano maturato competenze ed esperienza.

“Il consiglio che mi sento di dare a un giovane con diabete insulino-dipendente è quello di affidarsi ad un’equipe di professionisti della salute – sostiene ancora la Dottoressa Rossella Strano – che si occupino di questa condizione per avere tutti i supporti tecnologici, farmacologici e nutrizionali utili a condurre una vita normale, riuscendo a gestire gli episodi di ipoglicemia e di iperglicemia e qualsiasi situazione straordinaria (come malattie intercorrenti o sport anche a livello agonistico) in modo adeguato”.

Secondo quanto indicato dalla Dottoressa, è fondamentale per i giovani diabetici “riuscire ad avere dimestichezza con la conta dei carboidrati per la gestione dell’insulina sulla base dell’apporto dei carboidrati nella dieta”.

“In Sicilia pochi centri specializzati”

“In Sicilia i centri che si occupano di questa patologia sono ancora troppo pochi e l’accesso alle cure non è adeguato alle richieste e ai bisogni di ciascun paziente”: è l’appello finale lanciato dalla Dottoressa Strano a chi governa il Paese. D’altronde il tema portante del World Diabetes Day 2021, la Giornata Mondiale del Diabete di quest’anno, è proprio l’accesso alle cure.

“C’è bisogno di centri specializzati con professionisti che si occupino solo ed esclusivamente di diabete tipo 1 infantile o dell’adolescente ma anche dell’adulto – conclude la specialista – , perché ogni età richiede un supporto medico specifico e ultraspecialistico”. 

Marzia Gazzo

Marzia Gazzo nasce a Catania il 6 giugno 1998. Laureata in Lettere Moderne, collabora con la testata LiveUnict da maggio 2018. Da dicembre 2020 è coordinatrice della redazione. Ama leggere belle parole, ascoltare voci, raccontare storie.

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