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Green Pass obbligatorio a lavoro: regole e chiarimenti del Ministero

Ufficiale: dal 15 ottobre per accedere ai luoghi di lavoro sarà necessario il Green Pass. Scatta l'obbligo di certificazione verde anche per i dipendenti privati: ecco i chiarimenti del Ministero.

Dal 15 ottobre scatta il Green Pass obbligatorio a lavoro anche per i dipendenti del settore privato. La Certificazione verde diventa obbligatoria, infatti, in tutti i posti di lavoro: questa misura avrà effetto su circa 23 milioni di persone in tutto il territorio nazionale.

Senza Green Pass non si può andare in ufficio

Chi non possiede il Green Pass non potrà accedere ai luoghi di lavoro. Anzi, se tale condizione si dovesse verificare, verrà considerato come assente ingiustificato e non riceverà lo stipendio. Più spinosa è la questione per i lavoratori in smart working: chi  lavora da remoto non deve necessariamente possedere la certificazione verde, ma sicuramente lo smart working non può essere un alibi per evitare il Green Pass. Nelle FAQ del Ministero della Salute si legge infatti: “Chi lavora sempre in smart working deve avere il Green pass? No, perché il green pass serve per accedere ai luoghi di lavoro. In ogni caso lo smart working non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di Green pass“.

I controlli della Certificazione verde

Dovrò essere il datore di lavoro o il dirigente dell’ufficio a controllare la certificazione verde. Con i termini “datore di lavoro” si fa riferimento anche chi riceve a casa badanti e colf: anche in  questo caso è necessario controllare la validità della Certificazione Verde. Diversa è la situazione per chi usufruire di un servizio: “I clienti che ricevono in casa un idraulico, un elettricista o un altro tecnico dovranno controllare il green pass? No, in quanto non sono datori di lavoro ma stanno acquistando servizi. Resta fermo che è loro facoltà chiedere l’esibizione del green pass”.

Quanto dura il Green Pass

Si ricorda che il Green Pass non indica solamente l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 con uno dei vaccini riconosciuti e approvati da Ema e Aifa. Il Green Pass può essere rilasciato anche in caso di guarigione dalla malattia o dall’esito di un tampone negativo. Chiaramente la durata del Green pass è variabile:

  • 12 mesi per chi ha completato il ciclo vaccinale;
  • 6 mesi per chi è guarito dal Covid;
  • 48 ore per chi è sottoposto a un tampone antigenico;
  • 72 ore per chi si è sottoposto a un tempone molecolare.

 

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