Catania si è unita alle centinaia di città che ieri hanno partecipato allo sciopero globale per il clima. Ne hanno parlato ai nostri microfoni gli attivisti di Fridays For Future, i membri del MUA e i partecipanti della manifestazione.
Anche Catania, come tantissime altre città, il 24 settembre si è unita allo sciopero contro la crisi climatica. Tramite questa manifestazione è richiesto un grande sforzo da parte delle istituzioni, ma anche da parte di tutti noi, per permettere ai giovani e alle nuove generazioni un mondo e un futuro migliore. L’obiettivo è quello di non superare l’aumento della temperatura media globale di 1,5 gradi centigradi, se questo non dovesse avvenire la situazione potrebbe davvero precipitare, e rendere grandi parti del nostro pianeta invivibile. Dunque è necessario ricordare, assieme ai partecipanti della manifestazione, che: “Il mondo è un bel posto e vale la pensa combattere per esso”.
Tutta la manifestazione si è volta in piazza Vincenzo Bellini, già piena dalle 9:00. Hanno partecipato tantissimi studenti, gruppi studenteschi, gruppi ambientalisti molto noti come Fridays For Future, Legambiente e Rifiutizero. Rispetto ai grandi cortei del 2019 le modalità di partecipazione sono cambiate, tra mascherina e distanziamento sociale, ma la voglia di cambiare e di contrastare il cambiamento climatica è la stessa.
“All’inizio non pensavamo che la tematica fosse così importante, ma ora che siamo qua capiamo l’importanza di quest’evento”, dichiarano ai microfoni di LiveUnict Giulia Quattrocchi e Marta Macauda, due liceali che hanno partecipato attivamente alla manifestazione.
Le due ragazze hanno sottolineato quanto sia importante fare delle piccole azioni quotidiane, come fare la differenziata oppure utilizzare il meno possibile la plastica. “Queste azioni non sono importanti solo per noi, ma anche per le prossime generazioni”, spiegano. Tra i numerosi partecipanti c’era anche Elena Zecchin, artista classe ’98, che ha realizzato un murales in via Plebliscito, nel parcheggio scambiatore AMT. L’opera è un invito alla sensibilizzazione climatica, ma aiuta anche l’ambiente. Lo spray con cui è realizzata, infatti, può assorbire lo smog presente nell’aria.
Un altro intervento da segnalare è quello di Luca Bruno, membro del gruppo studentesco MUA di Catania. “La lotta ambientale è una lotta che riguarda tutti, è una vera emergenza, solo mobilitandoci si può risolvere questo problema”, ha dichiarato Luca ai microfoni di LiveUnict. Secondo l’intervistato inoltre sarebbe importante spingere questa tematica anche negli ambienti universitari, magari attraverso degli incontri formativi. “Negli anni anche il nostro gruppo studentesco ha raggiunto l’obiettivo di portare la tematica ambientale al centro degli interessi comuni – continua -. Bisogna ancora crescere e migliorare per risolvere la questione climatica, serve soprattutto un cambiamento radicale da parte delle aziende“, conclude Luca.
“Friday For Future Catania, durante la quarantena, dunque da marzo 2020 – afferma Ruggero Marcantonio, attivista del movimento nato con Greta Thunberg -, ha rischiato di sparire. È stato attuato un cambio generazionale, grazie al contributo di Francesco Portoghese e Alice Quattrocchi.
Sono arrivati dei nuovi risultati – continua -, il movimento è diventato più attivo, si cerca di collaborare con diverse associazioni ambientaliste”. Proprio questo tentativo di fare massa assieme alle altre associazioni ambientaliste è al centro dei risultati raggiunti e dei prossimi obiettivi di FFF Catania. “La collaborazione tra le associazioni – conclude – può portare all’unità cittadina e alla realizzazione di progetti interessanti come la riqualifica ambientale“.
Non solo giovani e attivisti alla manifestazione. Durante lo sciopero per il clima sono numerosi anche gli adulti, a partire dagli insegnanti, uniti assieme ai loro studenti per chiedere un’azione decisa contro i cambiamenti climatici. Ne parla con LiveUnict la professoressa Milena Viani, referente pedagogico-didattica per il progetto “Scuola Diffusa”, che consiste nel praticare scuola all’aperto. “Bisogna invitare i più piccoli a sensibilizzare la tematica ambientale – afferma la docente -, mai come adesso così difficile e attuale. Per fare ciò noi proviamo a coinvolgere i bambini verso delle tematiche che riguardano la cura dell’ambiente e l’educazione civica. Facendo scuola all’aperto i bambini sono sempre a contatto con la natura e questo è un bene, attraverso una crescita personale imparano a rispettare l’ambiente”, conclude Milena.
“La crisi climatica è un problema politico, è necessario trovare degli accordi internazionali tra gli Stati”, dichiara Paolo Stimolo, ex insegnante di Fisica presso l’Istituto Tecnico Archimede. “La colpa di questa crisi climatica è nostra, noi e soprattutto le aziende non sono capaci di gestire i consumi, tutti noi dovremo cercare di minimizzare i consumi soprattutto nel quotidiano, per assicurare un futuro migliore alle nuove generazioni”.
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