Il 2021 si avvia, lentamente, verso la sua conclusione: com'è andato, in termini numerici, rispetto alla pandemia da Coronavirus? Cos'è la "quarta ondata"? E quali sono gli ultimi sviluppi della campagna vaccinale?
Sono passati quasi due anni dal primo caso ufficialmente registrato di un virus sconosciuto, scoperta che poi si sarebbe evoluta, pochi mesi più avanti, in una vera e propria pandemia. A quasi 24 mesi di distanza, il Coronavirus continua a far parte della vita di ogni giorno: nonostante questo, sono stati fatti molti passi avanti, tra i quali spicca senza dubbio la campagna vaccinale, partita in Europa lo scorso 27 dicembre 2020, soprannominato V-Day.
Da allora, come si è evoluta la pandemia, in Italia? Le nuove positività, allo stato attuale, stanno tornando a scendere dopo quella che è stata definita la “terza ondata”, verificatasi nei primi mesi del 2021, da gennaio ad aprile. Sebbene vi sia stato un leggero rialzo alla fine di agosto, i numeri della pandemia sono sostanzialmente andati scendendo, con variazioni più o meno alte di giorno in giorno: basti pensare ai 3.377 nuovi casi registrati ieri, 21 settembre, contro i 2.407 del 20 settembre.
Il merito di questo trend in calo, senza dubbio, è anche dovuto alla campagna vaccinale che acquista ogni giorno sempre più importanza in tutto il territorio italiano: ad oggi, i dati segnalano come sia stato completamente immunizzato circa il 70% della popolazione italiana, mentre almeno il 74% ha ricevuto la prima dose.
Restano molto interessanti, tuttavia, i dati relativa alla fascia under 30 (20-29 anni), ai quali le vaccinazioni sono state aperte relativamente da poco (tra maggio e giugno del 2021): sono immunizzati già l’81%, a differenza della fascia under 50 (40-49 anni), che si ferma al 77%. Più in particolare, la fascia under 30 (20-29 anni) si trova così suddivisa:
Le percentuali, tuttavia, scendono nel caso degli under 20, l’ultima fascia vaccinale finora prevista, che va dai 12 ai 19 anni:
Guardando ai numeri della campagna vaccinale, dunque, è facile comprendere come questi stiano avendo un’influenza sostanzialmente positiva nei nuovi casi registrati. Non solo, anche i ricoveri e le terapie intensive ne stanno beneficiando: dopo l’altissimo picco registrato a marzo, attualmente si contano, in tutta Italia, 516 ricoveri in terapia intensiva e meno di 4.000 unità nei reparti ordinari.
Un ultimo dato che deve essere per forza considerato è quello, sfortunatamente, dei decessi: sebbene si siano abbassati di molto (44 il 20 settembre, 67 ieri di cui 23 Siciliani, registrati da conteggi dei giorni precedenti), restano comunque numeri ancora troppo alti.
Il grido d’allarme proviene proprio dai medici, che tentano in ogni modo di scongiurare una temutissima “quarta ondata”: basti pensare all’inizio della somministrazione delle terze dosi, inizialmente ai fragili (tra cui immunocompromessi e pazienti oncologici), poi agli over 80 e al personale sanitario e delle RSA.
Ma vi sono ancora molti i quali “resistono” alla vaccinazione, nonostante l’obbligatorietà sempre più estesa della “certificazione verde”; il risultato, tuttavia, è sempre più ben visibile dai dati rilevati dagli ospedali come dai decessi: basti pensare, infatti, che da agosto a settembre, i decessi dei non vaccinati sono passati da 24 a 35 al giorno, numero che, sfortunatamente, potrebbe essere in aumento.
La migliore arma dell’Italia, così come del mondo, dunque, resta la vaccinazione: insieme alla somministrazione delle terze dosi, è cominciato lo studio sull’estensione del siero anti – Covid anche alla fascia under 12, dai 5 agli 11 anni. Nel frattempo, ogni Regione prende le proprie precauzioni per evitare di essere classificate in fasce di rischio più alte (come la Sicilia, attualmente in giallo con una sola città “arancione”) e, di conseguenza, incorrere in nuove chiusure. L’ansia resta, ad ogni modo, tanta: come si evolverà la pandemia, avvicinandosi alla fine del 2021?
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