Il Green Pass ha determinato un sostanziale incremento delle vaccinazioni. Il sottosegretario Sileri: “Ci auguriamo che si continui così per arrivare all’obiettivo del 90%, che credo sia raggiungibile”.
I dubbi, però, in merito all’utilizzo e all’obbligo del certificato verde crescono. Vediamo quali sono le ultime novità.
Green Pass per i sanitari: verso la proroga
“Quella del vaccino e quindi del Green Pass obbligatorio per i sanitari è una norma pro tempore, perché non obbligheremo certo i nostri operatori sanitari alla vaccinazione eterna“, ha spiegato il sottosegretario al ministero della Salute Pierpaolo Sileri all’Aria che tira su La7.
“È un momento di emergenza. La cosa più probabile è che in base alla circolazione del virus, in base al numero dei vaccinati verso la fine di novembre, metà dicembre, la norma venga prorogata“.
“Se avremo ancora il Green Pass per lavorare? Dipenderà dalla circolazione del virus e dalle eventuali altre varianti. Per quanto riguarda il personale sanitario non vaccinato è meno del 2%, ossia 35 mila persone, numero che spero si riduca ulteriormente”, ha aggiunto Sileri.
“Il Green Pass è obbligatorio per i i sanitari perché non si possono mettere a rischio coloro che entrano in ospedale e hanno una malattia. L’ospedale è un luogo di fragilità, i pazienti vanno protetti. Non bastano le mascherine per proteggersi e francamente già ci vorrebbero le Ffp2 e non le chirurgiche”.
Teatri, cinema e discoteche
Il mondo dello spettacolo è, nelle ultime settimane, in subbuglio. Cresce il malcontento per delle restrizioni che sembrano danneggiare solamente i lavoratori di questo settore. Per questo, si sta chiedendo a gran voce, soprattutto nel mondo della musica, che si trovino delle soluzioni in merito alle capienze.
Per il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, “il governo ha preso un impegno preciso e il 30 settembre ci sarà una valutazione: credo che ci saranno le condizioni per procedere a un ampiamento delle capienze per teatri e cinema. Credo ci possa essere una tappa intermedia sull’aumento che può prevedere un 75-80% per poi guardare nelle prossime settimane all’obiettivo del 100%”.
“Nella valutazione a fine mese – ha detto a ‘Un giorno da pecora’ – potranno essere incluse anche le discoteche cui daremo una risposta: importante è creare condizioni per riaprile e si può anche iniziare con una capienza del 75% col green pass”.
Mascherine al chiuso
Per quanto riguarda le mascherine al chiuso, queste sembrano ancora un dispositivo di sicurezza indispensabile per le persone e per impedire la circolazione del virus.
Rispondendo poi alla domanda se si dovranno utilizzare le mascherine in discoteca, questa, ha affermato Costa, “è un’altra indicazione che ci darà il Cts, la scienza”. In generale, ha aggiunto, “il vaccino non esclude la possibilità del contagio, quindi ad oggi credo che il tema di togliere le mascherine al chiuso sia un tema da rimandare”.
Riferendosi quindi al green pass, “è uno strumento che ci permette di riprendere le attività e con oltre 70 mln di certificati verdi che sono stati scaricati, i cittadini hanno preso coscienza di questo strumento”.
Green Pass in Parlamento?
E in Parlamento? “Credo che sia opportuno l’utilizzo del green pass anche in Parlamento, nel momento in cui lo prevediamo per altri luoghi. Ma c’è tuttavia una valutazione da fare: l’Aula è il luogo dove i parlamentari esprimono il proprio voto, e ci può essere un parlamentare no-vax e questo diventa un problema”, ha detto ancora il sottosegretario Costa.
“Se introduciamo il green pass e c’è un parlamentare contrario al green pass, rischiamo infatti di negare il diritto al voto e quindi il diritto alla rappresentanza. È una valutazione non secondaria. C’è un tema di rappresentatività democratica”.
Quanto alla terza dose di vaccino anti-Covid a tutta la popolazione, infine, “la politica deve attendere le indicazioni della scienza”, ha rilevato, sottolineando di essere inoltre favorevole alla vaccinazione per i bambini una volta che le agenzie regolatorie e l’Aifa si saranno pronunciate in merito.