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Maturità 2021, meno bocciature e debiti: “Promosso anche chi non si sarebbe salvato”

Oggi comincia l'esame di maturità, tra mille difficoltà 540 mila ragazzi verranno esaminati, dopo un'anno difficile tra dubbi e paure. Pochi i non ammessi e i debiti a settembre.

Nel periodo pandemico, la scuola ha subito un grandissimo cambiamento, quest’anno è diminuito il numero di bocciati mentre e aumentato il numero dei rimandati. Oggi è il giorno della maturità, circa 540 mila studenti faranno l’esame ma poco meno di  50 mila in Sicilia.

“Non abbiamo dati oggettivi ma l’impressione, rispetto a due anni fa, è che ci siano meno mancate ammissioni e numerosi debiti a settembre: si è cercato di salvare anche chi due anni fa non si sarebbe salvato” ha detto Cristina Costarelli la vicepresidente dell’Associazione presidi di Roma e Lazio.

Anche quest’anno la possibilità di essere bocciati alla maturità è praticamente nulla, Patrizio Bianchi il ministro dell’Istruzione ha dichiarato: “Ho parlato con ragazzi entusiasti, non vogliono essere trattati come coloro che faranno una maturità di serie B, hanno affrontato un anno durissimo, hanno tenuto, si ricorderanno della loro maturità in modo positivo”.

Sono davvero pochi gli studenti non ammessi alla maturità, prima della pandemia sono stati circa lo 0,5%, secondo la Costarelli sono stati fermati solo i ragazzi con troppe insufficienze, perché non hanno avuto la corretta preparazione. Infatti sono di più i non ammessi all’esame di maturità.

Solo l’anno scorso è stata fatta un eccezione, in quel caso tutti i ragazzi furono ammessi all’esame di maturità, hanno partecipato al colloquio orale il 99,3% dei frequentanti, di questi il 99,5% è stato promosso.

Lo scorso anno l’orale in presenza ha fatto sperare una vita nuova per la scuola, ma non è stato così. Sono state tantissime le ore in DAD e sono state tante le incertezze, i dubbi e le paure dei ragazzi e degli insegnanti, quest’ultimi in difficoltà  a stilare dei programmi adeguati.

Secondo Graziamaria Pistorino segretaria Flc Cgil: “Serve un percorso valutativo più formativo che serva a migliorare lo studente più che punirlo anche per evitare la dispersione, i bocciati che poi non si ripresentano a scuola e l’insuccesso nel mondo del lavoro”.

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