È stato pubblicato oggi il nuovo report stilato dalla Fondazione Gimbe contenente i dati sull’andamento della pandemia da Coronavirus in Italia. La situazione nazionale, secondo le ultime cifre riportate, starebbe lentamente volgendo ad un miglioramento, sebbene la pandemia non possa ancora dirsi sconfitta. I dati della Sicilia, al contrario, preoccupano maggiormente.
La situazione siciliana
In Sicilia crescono i nuovi casi di positività al Coronavirus ogni 100.000 abitanti, passando da 506 a 511: la percentuale d’aumento è pari al 2%. Nonostante questo, i posti letto ordinari e in terapia intensiva continuano a rimanere sotto la soglia di rischio, non dando indicazioni di una possibile saturazione.
Per ciò che riguarda le vaccinazioni, il report Gimbe spiega come il ciclo vaccinale, nell’Isola, sia stato concluso dal 7,5% della popolazione, mentre l’8,7% ha completato solo la prima dose. Gli over 80 che hanno completato il proprio ciclo vaccinale sono il 39,7%, mentre il 19,9% ha ricevuto solo la prima dose. Per quanto riguarda la fascia 70-79 anni, hanno completato il ciclo il 9%, mentre hanno ricevuto la prima dose solo il 25,9%. Infine, per quanto riguarda la fascia 60-69 anni, l’1,9% ha completato il proprio ciclo, mentre il 5,7% ha ricevuto la prima dose.
L’andamento del Covid in Italia
Per quanto riguarda i dati relativi alla situazione epidemiologica nazionale, scendono i nuovi casi settimanali: 482mila, contro il picco, rilevato il 5 aprile, di oltre 570mila nuovi contagi. Calano anche i ricoveri in terapia intensiva, dato importantissimo: si registra un -10,6%, pari a 3.151 posti attualmente occupati.
Scendono anche i ricoveri con sintomi, adesso 23.255, ovvero -13,7%. Cresce infine la popolazione vaccinata: il 18,8% della popolazione italiana si è presentata per la prima dose, il 7,8% ha già completato il ciclo vaccinale.
Sebbene i dati nazionali sembrino promettenti, la situazione italiana resta comunque molto fragile, poggiata su un filo sottile. Per questo motivo, Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, ha voluto spiegare come “la circolazione del virus nel nostro Paese rimane ancora sostenuta”. Per questo motivo, spiega, “il decreto aperture è un atto coraggioso ‘sul filo del rasoio’ per rilanciare le attività e placare le tensioni sociali”, ma, conclude, “se passa il messaggio liberi tutti, la stagione estiva è a rischio”. Per questo motivo occorre, ancora una volta, continuare a rispettare le regole anti contagio previste, per limitare al massimo la circolazione del virus in Italia.