Sicilia zona rossa: i dati non stanno dalla parte dell'Isola, e tutto sembra far pensare ad un possibile passaggio nella fascia più alta di rischio. Oggi la decisione del Comitato tecnico scientifico che ogni venerdì valuta i dati delle regionali italiane.
Sicilia zona rossa? Come ogni venerdì, tutte le regioni italiane aspettano il nuovo monitoraggio settimanale da parte del comitato tecnico – scientifico. Una volta reso noto, scattano le ordinanze da parte del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che vanno a posizionare nelle varie zone di rischio le varie regioni.
Ma oggi si saprà di più anche sulle sorti della Sicilia che, secondo gli ultimi dati sui contagi, rischia di passare in zona rossa. Rimasta dalla settimana scorsa in fascia di rischio medio/alta, la Sicilia potrebbe stavolta passare nella fascia di rischio più alta, andando quindi a finire in una situazione di semi-lockdown, simile a quello dello scorso gennaio. Quali sono gli ultimi dati raccolti sull’Isola?
Come su detto, la situazione siciliana non è delle migliori. Le cifre, dallo scorso lunedì (giorno in cui sono stati registrati 1.110 nuovi contagi e 20 deceduti) sono andate aumentando, raggiungendo il picco lo scorso 14 aprile, giorno nel quale sono stati rilevati ben 1.542 nuovi casi e 33 nuovi decessi.
Sebbene nella giornata di ieri ci sia stato un piccolissimo passo indietro – 1.450 nuovi contagi e 6 deceduti – i numeri non sembrano stare dalla parte della Sicilia, che è tornata da qualche giorno ad avvicinarsi al triste podio delle regioni con più casi, “battuta” solamente da regioni come Lombardia, Campania e Puglia.
A fare da contorno al bollettino giornaliero, vi sono le ormai 116 zone rosse presenti sull’Isola, definita scherzosamente ormai “arancione macchiato”. L’RT, attestato la scorsa settimana all’1.20, si trova sempre più pericolosamente vicino alla soglia di 1.25. Cresce, infine, l’incidenza dei casi settimanali ogni 100.000: 506, secondo l’ultimo report della Fondazione Gimbe.
La fascia di rischio più alta, dunque, sembrerebbe inevitabile: la parola passa però al comitato tecnico – scientifico, che dovrà sommare questi e altri dati per emettere il verdetto finale. Nel caso peggiore, la Sicilia si tingerebbe di rosso per le prossime due settimane, a partire da lunedì 19 aprile. Come l’Isola, andrebbe in rosso anche la Basilicata; permarrebbero nella fascia di rischio più alta, infine, Val D’Aosta, Sardegna e Puglia, mentre la Campania potrebbe tornare arancione.
Nonostante il clima di tempesta che si respira sull’Isola in questi giorni, ci si avvicina sempre di più a maggio, definito da molti il mese delle riaperture. Intervistato ieri sera al Tgcom24, il governatore siciliano, Nello Musumeci, ha voluto dare la sua opinione in merito: “ci accontenteremmo di avviare la riapertura già ai primi di maggio, con le dovute cautele”.
Questo perché, come spiegato da Musumeci, “se ricominciamo ad aprire possiamo restituire il diritto alla speranza a migliaia e migliaia di operatori in una terra che vive di turismo”. Occhi puntati, dunque, al prossimo 3 maggio: data simbolo di una possibile riapertura siciliana ma soprattutto, dato il clima di disperazione vissuto nella giornata di oggi, simbolo possibile della fine di una zona rossa che, con molte probabilità, potrebbe essere dichiarata nelle prossime ore.
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