Dopo un anno di emergenza Covid, l’Istituto Demopolis per l’impresa sociale coi Bambini ha realizzato un sondaggio volto ad esprimere il parere degli italiani circa la DAD (Didattica a Distanza).
Genitori con figli minori (5-17 anni) e insegnanti italiani, malgrado i progressi nell’organizzazione rispetto agli esordi dell’emergenza, lamentano ancora l’inefficienza di tale sistema.
“L’indagine – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – conferma il costo sociale ed evolutivo imposto dall’emergenza e dalla chiusura prolungata delle scuole su bambini e ragazzi, con effetti consistenti sull’incremento delle disuguaglianze e della povertà educativa tra i minori nel nostro Paese. Nell’anno del Covid, un vastissimo orizzonte di normalità relazionale, di dinamiche sociali, di occasioni di apprendimento è stato precluso ai minori. L’83% dei genitori testimonia come l’aspetto maggiormente negativo nella didattica a distanza, per bambini e ragazzi, sia stata l’assenza di relazioni con i compagni”.
Le maggiori critiche sono espresse in merito alla distrazione degli studenti durante le lezioni, le complicanze emotive, la scarsa dotazione tecnologica delle case, impegno eccessivo da parte delle famiglie, l’orario scolastico troppo ridotto, l’assenza di relazioni coi compagni. Nello specifico, 6 genitori su 10 segnalano oggi la tendenza dei figli all’isolamento e all’abbandono della vita sociale;
Resta, comunque, ancora una divergenza circa l’indice di gradimento della proposta tra Nord (75%) e Sud (61%).
Con lo scopo di porre rimedio a tali mancanze, il ministro dell’Istruzione Bianchi ha proposto una serie di attività nelle scuole per i bambini e i ragazzi in estate. L’ipotesi è tenere aperte le scuole fino a luglio per organizzare laboratori educativi, gratuiti e non obbligatori, come ad esempio ludici, sportivi, linguistici con il coinvolgimento di educatori ed operatori specializzati di associazioni ed enti del Terzo Settore, in vista di un ritorno alla normalità in settembre.