Giornata decisiva quella di oggi per le sorti della scuola. Quella che ieri doveva essere l’ultima cabina di regia dell’esecutivo prima dell’emanazione del nuovo Dpcm, in vigore fino al 6 aprile, non è andata a buon fine. Non ci sono ancora certezze su cosa fare in zona arancione o in zona gialla, qualora si dovesse assistere a un’impennata dei contagi dovuta alla diffusione delle nuove varianti Covid. Oggi si tornerà, infatti, a discutere con le regioni per decidere quelle che saranno le restrizioni a livello nazionale per le diverse zone d’Italia, che incideranno sulle vite di milioni di studenti.
Nuovo Dpcm valido fino a Pasqua: le regole
Nella giornata di ieri non si è riusciti a raggiungere una quadra all’interno dell’esecutivo: si sono alternate diverse opinioni sulla chiusura e riapertura delle scuole. Un’ala favorevole alla chiusura nelle zone arancioni si è opposta a un’altra, più rigorista, che condizionerebbe la chiusura degli istituti a quella dei negozi e centri commerciali, rimasti aperti ingiustificatamente. Di questa istanza si è fatto portavoce il ministro Bianchi, che ha affermato: “Se vogliamo chiudere le scuole in arancione allora voglio vedere chiusi anche i centri commerciali. Non è pensabile non far andare i ragazzi in aula e vederli poi assembrati fuori”.
Su un solo tema si è raggiunta l’unanimità al Governo, sulle indicazioni del Cts: la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e il ricorso alla DaD nelle zone rosse. Riguardo le zone gialle e arancioni siamo di fronte a un quadro abbastanza variegato, con le singole ordinanze regionali, che spesso, inaspriscono i provvedimenti emanati a livello nazionale e con il Comitato tecnico scientifico, le cui indicazioni sono improntate a un senso di preoccupazione per l’inasprimento dei contagi e per il timore del diffondersi di una terza ondata.
“Il Cts è sempre stato del parere di mantenere le scuole aperte in sicurezza. Il nostro non è un cambio di rotta: è il virus che è cambiato“ queste le parole di Miozzo e Locatelli, convocati ieri dal premier Draghi.
Avverrà, dunque, in mattinata l’incontro del Ministro della Salute Speranza con i presidenti delle regioni per effettuare nuove valutazioni, in attesa di raggiungere un accordo che possa sigillare l’emanazione del nuovo Dpcm.