Oro rosso di Sciacca: una leggenda d’amore dietro al corallo di Sicilia

Definito anche oro rosso, il corallo di Sciacca è ritenuto un vero e proprio gioiello, al punto da essere usato per la realizzazione di pregiata bigiotteria.

Conosciuto non a caso come oro rosso, il corallo del Mediterraneo rappresenta un vero e proprio tesoro di biodiversità, bellezza e rarità. Le caratteristiche peculiari di questa varietà di corallo lo rendono differente da tutte le altre specie, al punto da poterlo ritenere unico nel suo genere.

Il più conosciuto in Sicilia è, senza dubbio, quello di Sciacca, ad Agrigento, dove fino alla fine dell’Ottocento si portò avanti una pesca intensiva dei tre maggiori banchi presenti in quel tratto di mare. Oggi i banchi di corallo rosso di Sciacca sono di piccole dimensioni e il suo colore può assumere sfumature differenti e particolarissime, passando dal rosso-arancione, al rosa salmone, fino ad arrivare al rosa pallido.

La lavorazione di questo materiale, usato per la realizzazione di preziosa bigiotteria, ha reso il corallo del Mediterraneo famoso in tutto il mondo, venendo omaggiato anche sulle passerelle dell’alta moda. Ciò che, probabilmente, non è noto a tutti è il fatto che sul suo ritrovamento nel mare di Sciacca si sia tramandata negli anni una romantica leggenda, che ne descriverebbe la scoperta come il coraggioso atto d’amore di un pescatore del posto.

Oro rosso di Sciacca: una leggenda sul suo ritrovamento

Le sue peculiarità, rarità e bellezza fanno già di per sé dell’oro rosso di Sciacca un vero e proprio gioiello. Se ciò non bastasse a sublimare e impreziosire questa particolare specie, comunque, le circostanze della sua scoperta nelle acque siciliane affondano le radici nella leggenda.

Il ritrovamento del Corallium Rublum (questa la sua denominazione ufficiale) nei pressi di Sciacca risale a un’epoca relativamente recente.

Nel 1875, Alberto Maniscalco (detto Amareddu), Alberto Occhidilampa e Giuseppe Muschidda, tutti e tre pescatori originari di Sciacca, fecero una scoperta eccezionale. Secondo le ricostruzioni, i tre si sarebbero spinti a circa otto miglia e mezzo da Capo San Marco per una battuta di pesca. A un certo punto, però, sarebbero rimasti impigliati con le rete e, nel tentativo di liberarle scandagliando i fondali, scorsero uno scoglio interamente ricoperto di corallo rosso del Mediterraneo.

Successivamente, sempre nella medesima area, vennero ritrovati enormi banchi di corallo, dai quali si ricavarono tonnellate di questo materiale.

Esiste, tuttavia, una versione più affascinante e romantica sulla scoperta del corallo rosso nel mare di Sciacca. Secondo questa, Alberto Amereddu sarebbe stato innamorato di una ragazza del luogo, la quale, come pegno del loro sincero amore, gli avrebbe regalato una medaglia. Il giovane pescatore portava sempre con sé il monile donatogli dalla ragazza, tenendolo al collo. Un giorno, però, mentre era intento a eseguire una brusca manovra sulla sua barca, la medaglia cadde in mare e il pescatore, senza esitare neanche per un momento, si gettò in acqua per andare a recuperarla. E fu proprio in quel momento che, immerso in quelle acque cristalline, fece una straordinaria scoperta: enormi masse di corallo rosso.

Debora Guglielmino

Classe '94, la passione per l'informazione e il giornalismo mi accompagna sin da quando ero ancora una ragazzina. Studentessa di Scienze della Comunicazione, amo la lettura e le atmosfere patinate ed eleganti tratteggiate nei romanzi della Austen. Appassionata e ambiziosa, sogno di poter un giorno conoscere il mondo e di raccontarlo attraverso una penna e un taccuino.

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