Nuovo DPCM in vigore dal 16 gennaio. Ecco le nuove misure su spostamenti, bar, palestre e piscine nel testo ufficiale approvato dal premier Conte.
Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM, in vigore dal 16 gennaio. Inoltre, il ministro della Salute firmerà nelle prossime ore un’ordinanza che entrerà in vigore a partire da domenica. Con la nuova ordinanza, la Sicilia entrerà ufficialmente in zona rossa, come richiesto dal governatore Nello Musumeci già nella serata di ieri. Assieme all’Isola, entreranno in zona rossa anche Lombardia e Provincia Autonoma di Bolzano.
Nove regioni, invece, entrano in zona arancione. Si tratta di: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. A queste si aggiungono anche Calabria, Emilia-Romagna e Veneto, già in zona arancione dalla scorsa settimana. Restano in zona gialla, invece: Sardegna, Basilicata, Campania, Toscana, Provincia Autonoma di Trento e Molise. Tuttavia, rimangono vietati gli spostamenti tra regioni, anche in zona gialla, come stabilisce il nuovo DPCM.
Con il nuovo decreto, vengono ribadite tutte le misure già in vigore, a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5 e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì. In particolare, con Rt 1 o con un livello di rischio ‘alto’ o, ancora, con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso.
Il divieto di spostamento tra le regioni, invece, sarà in vigore fino al 15 febbraio, e non fino al 5 marzo, come stabilito all’inizio. Di seguito, vediamo cosa si può fare e cosa no a partire per campo specifico.
I ragazzi delle scuole superiori delle Regioni ‘gialle e arancioni’ torneranno a scuola lunedì 18 gennaio almeno al 50% della presenza: è quanto prevede il nuovo Dpcm firmato dal premier Conte. Nelle Regioni ‘rosse’, come la Sicilia, i ragazzi rimarranno a casa dalla seconda media a seguire la didattica a distanza. Questo fatte salve ordinanze regionali.
Oltre al divieto di spostamento tra le regioni, valido a meno che non ci siano comprovate esigenze di salute, lavoro o necessità, il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio stabilisce una stretta anche sulle visite, simile a quella già vista per le festività di Natale.
Fino al 15 febbraio, infatti, si può visitare qualcuno una sola volta al giorno. La deroga è valida per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) e consente di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. Inoltre, fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.
Come anticipato negli scorsi giorni, il governo conferma lo stop all’asporto per i bar da dopo le 18. Durante la riunione con le Regioni, i governatori hanno fortemente criticato questa misura, ma il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia è intervenuto difendendo la bontà della norma. Boccia ha risposto sottolineando che l’esecutivo avrebbe mantenuto la norma per evitare casi di movida, ma palazzo Chigi e il Mise si sarebbero messi al lavoro per “limitare al massimo i divieti” alle sole bevande e alcolici.
Sempre Boccia ha garantito, nonostante la crisi di governo, “massima priorità” per i ristori a tutte le attività costrette a fermarsi.
Tra le attività che non riapriranno c’è lo sci: gli impianti rimarranno chiusi almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti.
Chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri. Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. “Si tratta di un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura” per il futuro. Non l’unico.
Con il decreto viene infatti introdotta la ‘zona bianca’, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci – 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso – fanno sì che ci vorranno mesi prima che una regione possa trovarcisi.
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