Finito di scontare la propria pena, Antonio Speziale torna in libertà. Il mondo degli ultras saluta con striscioni la sua scarcerazione.
Ha finito di scontare il proprio debito con la giustizia Antonio Speziale, uscito dal carcere di Messina, per fine pena. L’ultrà del Catania era stato condannato a otto anni e otto mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, rimasto ferito mortalmente durante scontri allo stadio Angelo Massimino il 2 febbraio del 2007, mentre si giocava il derby con il Palermo. Per Speziale un abbraccio col padre Roberto, che è andato a prenderlo, e poi in viaggio verso casa a Catania.
Il mondo degli ultras si mobilita immediatamente per dare il bentornato a Speziale. Persino gli ultras del Messina, storici rivali di quelli etnei, hanno “salutato” la scarcerazione di Antonino Speziale dal carcere di contrada Gazzi. Lo hanno fatto con un abbraccio e uno striscione esposto davanti l’istituto penitenziario con la scritta: “Speziale abuso senza precedente, da oggi libero da sempre innocente“. La causa di Speziale viaggia oltre i confini italiani: lo striscione “Speziale libero” è stato esposto durante il secondo tempo di una gara tra Bayern Monaco e Stoccarda, ma anche sugli spalti occupati dai tifosi del Borussia Dortmund, nella partita contro l’Hertha Berlino. L’iniziativa di esporre striscioni inneggianti a Speziale è stata presa in passato anche dalla curva del Porto e di una parte della tifoseria di Cluj e Brasov, due squadre che militano nel campionato romeno.
Il suo storico difensore, l’avvocato Giuseppe Lipera, che lo ritiene innocente, aveva presentato delle richieste per anticipare la scarcerazione del suo assistito con la concessione degli arresti domiciliari per motivi di salute, che sono state rifiutate. Lipera ha anche richiesto la revisione del processo riprendendo la tesi del “fuoco amico”, che imputa la morte dell’ispettore all’impatto con una Land Rover della polizia durante gli scontri con gli ultras del Catania.
Ipotesi che è stata vagliata da diversi Gip, Tribunali del Riesame e nei tre gradi di giudizio del processo a Speziale, giudicato da minorenne perché tale era all’epoca dei fatti. Prima del Natale 2018 era tornato in semilibertà Daniele Natale Micale, 32 anni, l’altro ultra del Catania condannato a 11 anni per la morte dell’ispettore Raciti, dopo avere scontato oltre metà della condanna in carcere a Catania, ed ha un residuo pena di meno di 2 anni. Secondo la ricostruzione dell’accusa, confermata dalle sentenze, il 2 febbraio del 2007 diversi tifosi del Catania tentarono di sfondare il cordone di protezione delle forze dell’ordine che cercava di impedire il contatto con i supporter del Palermo. In quel contesto Speziale e Micale lanciarono contro la polizia un sottolavello in lamierino centrando Raciti e procurandogli una lesione mortale al fegato. L’ispettore di polizia morì infatti dopo il ricovero nell’ospedale Garibaldi di Catania.
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