Prevista riforma dell'esame di accesso all'avvocatura: in esame alla camera due proposte di legge da parte di Micelli e di Di Sarno. Verranno probabilmente approvate insieme, apportando diverse novità.
Prevista una riforma sostanziale sull’esame di accesso alla professione forense. Da giovedì prossimo la Commissione giustizia della Camera inizierà la valutazione congiunta delle proposte di riforma della legge 247/2012. Probabilmente si terrà conto di due proposte diverse ma integrative: per gli esami si adotterà il testo Micelli, in cui è prevista una sola prova scritta: mentre per quanto riguarda il percorso formativo si terrà conto delle indicazioni di Di Sarno, il quale prevede anche l’introduzione del diritto ad un compenso economico per il praticante.
Più nello specifico, in futuro l’accesso all’Avvocatura potrebbe essere regolato da una sola prova scritta su una materia scelta dal candidato, con l’utilizzo dei codici commentati. Potrebbe esserci anche un’apertura alle apparecchiature telematiche e ai programmi di videoscrittura. L’orale invece terrà conto di due materie obbligatorie, come deontologia e una delle due procedure, e tre facoltative. Infine, saranno presenti due sessioni d’esame l’anno e motivazione del voto mediante annotazioni scritte a margine dell’elaborato.
Le prove da svolgere quindi non saranno più i consueti tre scritti, bensì una solo prova rappresentata dall’atto giudiziario “che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, su un quesito proposto, in una materia scelta dal candidato tra il diritto privato, il diritto penale e il diritto amministrativo”.
Per quanto riguarda la prova orale, il candidato potrà spiegare la prova scritta o in alternativa dovrà dimostrare la conoscenza di alcune materie obbligatorie, come ordinamento e deontologia forensi, diritto processuale civile o diritto processuale penale e di ulteriori tre materie a scelta, tra cui diritto penale, diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto dell’Unione europea, diritto internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico, ordinamento giudiziario e penitenziario.
Il tirocinante, nella proposta di Di Sarno, dovrà acquisire competenze minime sui processi di amministrazione e gestione dello studio o dell’ufficio legale. Ma l’elemento che più si nota è l’introduzione del diritto al compenso economico, il quale dovrà essere commisurato alla qualità e alla quantità delle prestazioni svolte, in ogni caso mai inferiore agli importi annualmente stabiliti dal Ministero.
Per chi praticanti inoltre sarà vietato svolgere il tirocinio presso avvocati che siano sospesi o radiati dall’albo, o che ricoprano cariche presso il Coa, il Cnf o il Consiglio di disciplina. Saranno poi facoltativi i corsi di formazione di diritto professionale.
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