Due nuove zona rosse in Sicilia: si tratta di Bronte, non lontana da Randazzo che ha già vissuto l’esperienza di zona ad alto rischio e misure massime di restrizione nel corso delle scorse settimane; e di Misilmeri, in provincia di Palermo.
Zona rossa a Bronte e Misilmeri
Quella di Bronte “zona rossa” era una notizia nell’aria, dato che già nei giorni scorsi i cittadini positivi erano aumentati notevolmente. Infatti, fino a ieri i casi positivi erano già 290, più i 683 cittadini in isolamento. E purtroppo era previsto che i casi potessero aumentare ed essere in numero maggiore rispetto a quelli già accertati. La scelta di istituire la zona rossa era quindi solo una vera questione di tempo.
Inoltre, nei giorni scorsi si era abbozzata l’idea di uno screening all’intera popolazione della cittadina e non solo a quella scolastica, in modo da fermare l’avanzata del virus evidenziando quali sono i casi positivi. E i vertici dell’Amministrazione comunale si erano anche preoccupati della risoluzione di problemi come il ritiro dei rifiuti prodotti dalle persone positive. Con la decisione di far diventare Bronte zona rossa, i provvedimenti presi per la cittadina sono molti simili a quelli già adottati nelle precedenti settimane nella vicina Randazzo.
Assieme a Bronte, arriva anche la notizia dell’istituzione di un ulteriore “zona rossa” nel comune di Misilmeri, in provincia di Palermo. Secondo l’ordinanza, firmata da Musumeci, Bronte e Misilmeri saranno zona rossa a decorrere dal 15 novembre 2020 al 25 novembre 2020 compreso.
I divieti
- divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici e/o privati, da parte di ogni soggetto ivi presente
- divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e/o privato, nei suddetti territori comunali ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità o per usufruire di servizi o svolgere attività non sospese.
- sospensione di tutte le attività didattiche e scolastiche, di ogni ordine e grado.
- sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi
- essenziali e di pubblica utilità