Il sindaco è subito corso in aiuto del concittadino, occupandosi del gregge e rimediando così alla situazione d'emergenza.
Con la pandemia un po’ tutti si sono abituati a lavorare da casa. C’è chi non rinuncerebbe più allo smart working e chi, invece, pur di evadere da casa andrebbe in ufficio anche la domenica. Per alcuni lavori, però, non c’è Zoom, Teams o Skype che tenga. E così, quando Antonio, pastore di Petrosino, in provincia di Trapani, scopre di essere positivo al Covid, e come lui la sua famiglia, è disperato. Chi si occuperà del gregge in sua assenza? A soccorrerlo ci pensa il sindaco, come racconta lui stesso sul suo profilo Faebook.
“Questa mattina – scrive Gaspare Giacalone (Pd) – mi trovate tra pecore, agnellini e caprette perché Antonio, il pastore, mi ha chiamato disperato per loro. Ha appena saputo di essere risultato contagiato con la sua intera famiglia e non riesce a trovare nessuno che possa accudire al suo gregge. Sono corso subito all’ovile.
Lui è rimasto a casa mentre telefonicamente provo a dargli un po’ di conforto e una mano per trovare una soluzione – prosegue –. Antonio ama il suo lavoro, è tutta la sua vita e con un nodo alla gola mi ripete che queste creature non possono essere abbandonate. Il covid è anche questo, colpisce direttamente e indirettamente chi non c’entra niente. Mentre io non ho mai pensato che fare il sindaco fosse tutto onore e gloria. È mettere i piedi nella terra bagnata di sudore, dove c’è lavoro e sacrificio. Dove c’è sofferenza e bisogno. Oggi mi sento un po’ più sindaco”.
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