Entra oggi in vigore il nuovo decreto, firmato lo scorso 3 novembre dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, atto a limitare il più possibile i contagi da Coronavirus. Il premier, intervenuto al mastershow “Ristoranti, una questione politica”, organizzato dal Corriere della Sera, ha voluto commentare le decisioni prese dal governo, non accettate da tutte le regioni.
“Oggi non è una giornata felice per molte aree“, ha osservato Conte, “sono misure che rischiano di deprimere tanti esercenti. Poi ci le zone arancioni, che sono anche penalizzate e misure restrittive sono anche per le zone gialle. Noi però oggi non stiamo creando una deliberata volontà di penalizzare aree a discapito di altre”, ha affermato il premier.
Conte ha proseguito, infatti, spiegando che “l’obbligo di mascherina era un primo riduttore di velocità, poi ne abbiamo introdotto un secondo e un terzo ma ci siamo accorti che il treno del virus non rallenta. È un sacrificio, però, che vogliamo che sia quanto più contenuto possibile nello spazio temporale. E se non intervenissimo i danni economici sarebbero ben peggiori”.
Proprio nei confronti di coloro che, senza dubbio, rileveranno dei danni economici da quest’ennesima chiusura, il presidente del consiglio ha voluto rassicurare: “ci siamo resi conti che i ristori messi in campo erano modesti e li abbiamo raddoppiati, moltiplicati. Chi ha già ricevuto dei contributi, li può raddoppiare”, affermando poi che “rispetto alle nostre deliberazioni bastano all’agenzia delle Entrate un paio di settimane per accreditare i fondi sui conti correnti”.
Conte ha infine voluto sottolineare come “il virus è un treno che corre, oggi c’è bisogno di ulteriori riduttori della velocità, altrimenti questo treno ci viene addosso. Con queste misure che abbiamo introdotto, con questo piano che stiamo perseguendo, confidiamo che le restrizioni siano limitate a qualche settimana“, concludendo fiducioso spiegando che “se riusciamo a contenere il contagio possiamo affrontare le settimane che ci aspettano con un margine di serenità”.