Antisemitismo, lo storico Luzzatto Voghera: “Sostenuto da più del 10% degli italiani”

L'antisemitismo è un fenomeno politico-sociale che sta nuovamente lacerando l'Europa: ne abbiamo parlato con Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano.

L’antisemitismo è un fenomeno politico-sociale che sta nuovamente lacerando l’Europa: aggressioni fisiche e verbali, violenza mediatica, mancanza di rispetto verso l’altro. Recentemente, domenica 4 ottobre, uno studente di 26 anni stava uscendo dalla sinagoga Hohe Weide ad Amburgo è stato aggredito da un uomo in mimetica davanti alla comunità riunita per celebrare il Sukkot. 

Si tratta di un sentimento mai del tutto spento e covato nei meandri della società. Tale “risentimento” si traduce da una parte in odio da web e stigmatizzazione della parola e del rispetto verso gli altri e dall’altra in vere e proprie aggressioni fisiche. Siamo di fronte ad un problema molto grave che merita molta attenzione.

Per capire la situazione bisogna fare un momento di pausa e capire quali sono le origini dell’antisemitismo in Italia ed in Europa limitandoci alla contemporaneità. Ne abbiamo parlato con Gadi Luzzatto Voghera, il direttore della Fondazione Centro di documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano.

Quali sono le origine dell’antisemitismo in Italia ed in Europa?

Rimanendo legati alla contemporaneità, argomento di questa discussione, l’utilizzo politico di un linguaggio si è strutturato nella seconda metà dell’800 in Italia ed in Europa. È un fenomeno che nasce in Europa, fissa delle icone negative, dei segni negativi legati al concetto di ebreo nel discorso pubblico. Sugli ebrei, unica minoranza religiosa, vissuta sempre come minoranza, si consolidano alcuni stereotipi negativi utili al discorso pubblico sostanzialmente politico, nonostante fossero cittadini integrati nella società (a partire dalla seconda metà dell’800) e non rappresentassero una minaccia per il Continente.

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L’Europa era un continente in crisi che aveva bisogno di identificare un tipo di minaccia: si stabilisce che gli ebrei siano politicamente pericolosi diventano il capro espiatorio. Nascono anche dei partiti politici, e così nasce sostanzialmente l’antisemitismo. Nasce l’odio verso gli ebrei, che non è odio verso gli ebrei in carne ed ossa, ma verso un tipo di linguaggio politico-stereotipato che si allontanava dalla realtà dipingendola diversamente. Si trattava di una popolazione concentrata in Europa Orientale, spesso molto povera e spinta all’immigrazione.

Tuttavia, quest’icona negativa diventa uno strumento utile per i partiti nazionalisti e per le campagne elettorali e questa cosa continua e si struttura anche in letteratura: all’inizio del 900 viene prodotto i Protocolli dei Savi di Sion (falso documento in cui vi è descritto il piano segreto degli ebrei per la conquista del mondo, 1903, ndr) in cui viene distillata l’idea di complotto”.

Oggi leggiamo sui giornali di continue aggressioni antisemite che hanno luogo non solo in Italia, bensì in altri paesi europei come Francia e Germania. Si tratta di un sentimento antisemita mai finito e risvegliato, oppure siamo di fronte ad una nuova forma di antisemitismo?

“Le cose cambiano sempre. L’antisemitismo come linguaggio politico utile dura nel tempo, rappresentando un fenomeno storico di lunga durata. Non è un nuovo fenomeno, quello a cui stiamo assistendo è una rinnovata visibilità dell’antisemitismo che è sempre stato presente. Non a caso, vi sono i dati quantitativi che lo testimoniano. Un centro come quello che dirigo io che monitora ormai da più di 40 anni il sentimento antisemita in Italia, lo registra da molto prima che in questi anni”.

Inoltre, l’antisemitismo puro è rappresentato dalle persone interrogate nei sondaggi fondati su base scientifica, che rispondono non soltanto negativamente ma anche aggressivamente di fronte ad ogni accenno al mondo ebraico, ad ogni suo ricollegamento concettuale. Vi è più del 10% di italiani che è convintamente antisemita, diversi milioni di persone. Dal punto di vista politico rappresenta un vasto bacino politico elettorale. Ad esempio, c’è il politico che durante la campagna elettorale butta lì la battuta sulla finanza ebraica, l’altro sulla lobby, Israele come figura negativa, e ci sarà una vasta fetta di pubblico che accoglierà questa proposta.

Ci sono momenti di minore violenza e poi momenti in cui la violenza cresce poiché la comunità ebraica è messa sotto pressione. Vi sono parti in Europa in cui si fa fatica ad uscire di casa con i simboli che riportano l’attenzione ad un’appartenenza religiosa: si assiste a veri e propri attentati alle Sinagoghe e Centri di cultura, atti di violenza, molestie, ecc.”

L’idea di trovare un capro espiatorio ai problemi socioeconomici mondiali può essere sfruttata dal becero populismo con cui dobbiamo convivere?

“L’antisemitismo innanzitutto rappresenta un linguaggio e non può diventare un capro espiatorio Al contrario, gli ebrei sono sempre stati un capro espiatorio nel corso della storia e non credo cambierà”.

Come giudica il fenomeno dell’antisemitismo da web, dove i famosi “leoni da tastiera” offendono e riportano in auge periodi storici oscuri?

“È un discorso complesso. Gli esperti di comunicazione lo studiano da molto tempo. Il web in genere fa da megafono a dei sentimenti che covano nel ventre della società. In riferimento all’antisemitismo, il web ha fatto emergere i sentimenti antisemiti. Non si può prendere il web e cercare di certificarne le fonti in merito all’antisemitismo poiché gira la qualunque, e la gente prende tende a prendere come oro colato ciò che legge”.

Agatino Lo Castro

Dottorando presso l'Université Paris-Est Créteil (UPEC), ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e letterature comparate presso l'Università degli Studi di Catania ed in Littératures, Discours, Francophonies presso l'Université Paris-Est-Créteil (UPEC), sogna una carriera da ricercatore universitario, traduttore e giornalista. La scrittura e le parole sono al centro dei suoi interessi. Oltre alla scrittura, è appassionato di lingue straniere, di viaggi, di letteratura, cinema e teatro.

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Agatino Lo Castro

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