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Lo strano mito del “sugghiu”: anche la Sicilia ha il suo mostro di Loch Ness

mostri siciliani
La leggenda lo descriverebbe come una creatura ibrida, un mostro dall’aspetto inquietante che abiterebbe le paludi e le zone costiere della Sicilia.

Se immergendovi in prossimità della costa o, ancora, se nuotando spensierati in laghi e acquitrini siciliani, vi capitasse di percepire la strana presenza di una creatura misteriosa alle vostre spalle, potreste esservi imbattuti nel “sugghiu”. Creatura ibrida dall’aspetto temibile e orripilante, questo strano mostro abiterebbe le acque paludose e marine della Sicilia, incutendo timore e latrando come un cane rabbioso.

A quanto pare, quindi, il celeberrimo lago di Loch Ness, in Scozia, non sarebbe l’unico a poter vantare la presenza di un enigmatico essere, che, emergendo come Nessie dalle acque, alimenterebbe il mistero e nutrirebbe il folclore locale. Si tratta solo di una leggenda, naturalmente, eppure le voci su questa fantomatica creatura avrebbero assunto nei secoli contorni sempre più definiti, fino a entrare a pieno titolo nel bagaglio di storie popolari e forgiando anche alcuni curiosi modi di dire.

“U sugghiu”: chi è il mostro delle acque siciliane

La particolarità di quest’essere si celerebbe, innanzitutto, nella sua natura ibrida, che gli conferirebbe un aspetto disgustoso e agghiacciante. Si narra, in effetti, che esso abbia il viso d’uomo, che a tratti somiglierebbe anche a un topo, con occhi feroci e una lunga criniera sul collo. Il suo corpo, poi, sarebbe ricoperto da robustissime squame, che lo renderebbero quasi indistruttibile.

Il mostro emetterebbe un terribile urlo, misto al latrato di un cane e al ragliare degli asini, grazie al quale riuscirebbe ad attrarre gli animali intorno a sé per poi divorarli tutti in una volta. Sebbene le voci popolari raccontino di numerosissimi avvistamenti in prossimità delle coste siciliane e nei pressi di zone lagunari e acquitrini, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di affrontarlo, se non un ardito cacciatore, che, tuttavia, avrebbe fallito miseramente.

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Gli avvistamenti del mostro

Le dicerie popolari raccontano come i primi avvistamenti del “sugghiu” sarebbero da collocare nel 1800, secolo in cui la misteriosa creatura avrebbe fatto numerose apparizioni tra Messina e Palermo, con precisione lungo la costa tirrenica o, ancora, nei comuni della Valle dell’Alcantara, a Brolo, nei boschi delle Madonie e in alcune contrade palermitane.

A nutrire la curiosità e a infittire il mistero sarebbe, tuttavia, un avvistamento ben più vicino nel tempo, risalente alla primavera degli anni Ottanta, quando a Torre Archirafi, in provincia di Catania, alcuni testimoni garantirono di aver visto l’orrendo mostro . Le cronache locali giurarono, in quell’occasione, di aver assistito alla comparsa di un orripilante creatura, giunta lì per divorare un vitello  preceduta dal consueto urlo sovrumano.

Sono molte, naturalmente, le spiegazioni razionali che potrebbero gettar luce, una volta per tutte, su questo mistero. “U sugghiu”, in effetti, non potrebbe che essere altro che un serpente di considerevoli dimensioni o una grossa iguana non autoctona, abbandonata in Sicilia da qualche viaggiatore ottocentesco. Fatto sta, comunque, che la credenza sul mostro di Loch Ness nostrano è talmente radicata nel folclore locale da aver forgiato persino alcuni modi di dire. Se dovesse capitarvi, quindi, che qualcuno si rivolga a voi, dicendovi “assumigghi a nu sugghiu da Turri”, avrete buone ragioni per offendervi, poiché starà paragonando il vostro aspetto a quello orripilante e sgradevole del mostro.

A proposito dell'autore

Debora Guglielmino

Classe '94, la passione per l'informazione e il giornalismo mi accompagna sin da quando ero ancora una ragazzina. Studentessa di Scienze della Comunicazione, amo la lettura e le atmosfere patinate ed eleganti tratteggiate nei romanzi della Austen. Appassionata e ambiziosa, sogno di poter un giorno conoscere il mondo e di raccontarlo attraverso una penna e un taccuino.