Il Decreto Rilancio è stato definitivamente approvato ed è diventato legge. Esso comprende una serie di misure urgenti per il rilancio dell’economia, del lavoro e della sanità. Tra queste, il Decreto prevede all’articolo 245 un contributo aggiuntivo per coloro che hanno già beneficiato dell’agevolazione “Resto al Sud”.
“Resto al sud” è l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali o libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017.
Per garantire la continuità aziendale e favorire il rilancio delle imprese danneggiate dall’emergenza coronavirus, è stato previsto a favore delle imprese già beneficiarie dell’agevolazione, un ulteriore contributo a fondo perduto a copertura del fabbisogno di circolante.
Resto al Sud 2020: cosa cambia
La liquidità concessa ad imprese e libero professionisti già beneficiari dell’agevolazione “Resto al sud” è pari a:
- 10.000 euro per ciascun socio, fino ad un massimo di 40.000 euro per le imprese. Rientrano in questo contributo anche le imprese in forma cooperativa;
- 15.000 euro per tutti coloro che esercitano un’attività di lavoro autonomo o professionale, quando queste attività sono svolte in forma individuale.
Resto al Sud 2020: requisiti per accedere
Per accedere al contributo aggiuntivo è necessario rispettare e possedere alcuni requisiti. In particolare, è necessario:
- Aver restituito, al momento della domanda dell’ulteriore contributo, tutte le rate del prestito bancario;
- Rispettare i requisiti sul corretto utilizzo delle agevolazioni;
- Aver completato il programma di spesa finanziato da “Resto al sud”.
Resto al Sud 2020: come fare richiesta
Secondo quanto stabilito dal Decreto Rilancio per poter accedere al contributo aggiuntivo che sarà erogato in un’unica soluzione, è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva, che deve essere inviata online ad Invitalia, ente che si occupa della della gestione del contributo.
Nella dichiarazione sostitutiva riepilogativa si deve affermare che:
- Permangono i requisiti per accedere a “Resto al Sud”;
- Non sussistono provvedimenti giudiziari interdittivi, cause di divieto, sospensione o decadenza;
- Il soggetto richiedente gode del pieno e libero esercizio dei propri diritti;
- L’impresa non si trova in liquidazione volontaria o altra procedura concorsuale;
- Il programma di spesa finanziato da “Resto al sud” è stato completato e non ha subito cambiamenti sostanziali;
- Il beneficiario non ha ricevuto altre agevolazioni statali, regionali o comunitarie da qualsiasi ente o istituzione pubblica a finanziamento del programma di spesa ammesso a “Resto al Sud”.