L'Università di Catania registra un miglioramento in comunicazione e servizi digitali nella classifica Censis Università 2020-21. Il rettore Priolo: “Siamo in crescita, abbiamo gestito bene la fase critica del lockdown e adesso ci impegneremo per garantire una maggiore occupabilità dei nostri validi laureati”.
Cresce di ben otto punti, da 83 a 91, il punteggio assegnato all’Università di Catania alla voce “Comunicazione e Servizi digitali” dalla classifica Censis 2020-21 delle Università italiane, il nuovo ranking annuale degli atenei statali e non statali in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, comunicazione e occupabilità.
L’ateneo catanese rimane quest’anno stabile in nona posizione, nella graduatoria generale, tra i ‘mega atenei’ valutati (con oltre 40 mila iscritti), ma fa registrare un significativo balzo in avanti per quanto concerne il punteggio assegnato al proprio sito internet sulla base della funzionalità e dei contenuti, la possibilità di usufruire di determinati servizi anche on line, la privacy e la sicurezza, l’accessibilità e l’usabilità del sito, la Seo competition e il posizionamento nei motori di ricerca, la produzione dei contenuti e dell’engagement sugli account ufficiali nei principali social media, la brand identity, la presenza di strumenti o azioni volte alla promozione di campagne di fund raising e la presenza di contenuti dedicati agli studenti stranieri.
E in questa graduatoria settoriale, l’unica che di fatto misura l’attuale performance di UNICT essendo riferita al primo semestre 2020, l’Università di Catania si attesta al di sopra di atenei come la Federico II di Napoli e La Sapienza di Roma, raggiungendo la Statale di Milano. Un leggero calo si registra per quanto riguarda gli indicatori relativi ai servizi e alle borse, mentre crescono le strutture e l’internazionalizzazione. Scende da 77 a 73, con il deficit più consistente, la voce ‘occupabilità’, ossia il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali e magistrali a ciclo unico a un anno dal conseguimento del titolo, un dato peraltro in calo anche in moltissime sedi del Nord e non imputabile alla crisi di mercato derivante dalla pandemia, in quanto rilevato nell’anno accademico 2018-2019.
“Siamo certamente soddisfatti per questo risultato ‘settoriale’ – commenta il rettore Francesco Priolo – perché certifica che abbiamo lavorato bene sulle attività trasversali, la comunicazione e i sistemi informativi in particolare, per mettere a sistema le migliori potenzialità dell’Ateneo e rispondere in modo inclusivo nella fase di emergenza del lockdown. Sono certo che il prossimo anno saranno confortati da evidenze numeriche anche gli sforzi fatti in questi mesi dal nostro Ateneo per investire sui servizi, sulle borse di studio, sugli incentivi alla mobilità internazionale e sulla ristrutturazione e messa in sicurezza delle aule”.
“Proseguiremo su questa strada – aggiunge il prof. Priolo -, anche perché ci attendiamo una grande risposta dai neodiplomati siciliani che proprio in questi giorni stanno decidendo dove proseguire i loro studi, e promettiamo loro di essere sempre più comunicativi e più vicini, “A un passo da te”, come recita lo slogan che quest’anno scandisce la nostra campagna immatricolazioni. Al tempo stesso, continueremo ad impegnarci sul diritto allo studio, stimolando la Regione a fare la sua parte, sui servizi, le strutture e l’internazionalizzazione, che rappresentano la leva per assicurare un’esperienza formativa all’altezza delle università più blasonate, e rafforzeremo ancor di più il rapporto con le imprese e le istituzioni, per perseguire una strategia che permetta di garantire ai nostri laureati, che presentano un alto livello di qualificazione, di trovare un’occupazione consona anche nella nostra terra”.
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