Negli scorsi mesi la pandemia ha messo a serio rischio la salute degli italiani, ora lo stop forzato presenta il conto sull’economia. Tra le attivitร colpite dallo stop ci sono stati anche bar e ristoranti, che hanno riaperto i battenti con l’avvio della c.d. fase 2. Inoltre, hanno riaperto con il rispetto di diversi protocolli di sicurezza (ad esempio il distanziamento tra i tavoli, o gli ingressi limitati).
Lo stop imposto al “fuori casa” (bar, ristoranti, alberghi e agriturismi) ha avuto ricadute negative anche sull’agroalimentare nazionale con perdite di almeno 2 miliardi. In piรน, la chiusura del canale Horeca (hotel, ristoranti, caffรจ), in Italia e nel mondo, ha giocato sicuramente un ruolo di primo piano nel determinare il calo dellโexport (-1% ad aprile) e della produzione industriale nel settore alimentare (-8,1%). In Italia, circa un terzo dei consumi alimentari viene realizzato fuori casa, in media con i valori dellโUe (34%), ma inferiore a quelli di alcuni importanti mercati come Spagna (49%), Stati Uniti (45%), Regno Unito (45%) e Cina (40%). ร quanto emerge da un report ad hoc elaborato da Nomisma per la Ciaย (Confederazione Italiana Agricoltori).
Leย vendite online hanno invece visto una crescita senza precedenti: +120% da gennaio al 21 giugno e +160% solo nel post lockdown (dal 4 maggio al 21 giugno). Ma il boom dellโe-commerce non รจ riuscito a compensare la chiusura dellโHoreca. In un contesto in cui lโe-commerce dei prodotti alimentari รจ destinato a crescere (il 95% degli italiani crede che lโacquisto web di prodotti alimentari aumenterร nei prossimi anni), si rileva nel rapporto, il canale online avrร un ruolo centrale nello sviluppo del mercato tipico/locale: il 92% degli italiani crede che questa sia, infatti, la modalitร piรน utile per poter acquistare i prodotti alimentari dei piccoli produttori, specie quando si parla di piccole realtร situate in zone interne e difficili da raggiungere, come le aree appenniniche.