Luigi Pirandello è uno dei due siciliani ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura e aver portato lustro alla propria terra: ecco la storia del letterato raccontata in occasione dell'anniversario della sua nascita.
Gli scrittori siciliani che sono entrati nella storia grazie al loro genio e alle opere che hanno prodotto sono moltissimi. Infatti, sin dai tempi più antichi, la Sicilia ha sempre dato i natali a grandi esponenti letterari. Tuttavia, solo due autori siciliani si sono aggiudicati l’ambito premio Nobel per la Letteratura: uno di questi è il poeta modicano Salvatore Quasimodo, il quale lo vinse nel 1959. Ma il primo scrittore siciliano ad ottenere il famoso premio fu Luigi Pirandello, insignito del premio nel 1934. Personalità eclettica che in realtà può difficilmente essere categorizzata proprio per le “centomila” vesti che ha indossato. Pirandello fu infatti poeta, novellista, drammaturgo, scrittore di romanzi e poeta, e per ogni arte che intraprese fu capace di lasciare il segno.
In occasione dell’anniversario della sua nascita, avvenuta il 28 giugno 1867 nell’allora Girgenti (l’odierna Agrigento), ecco un ritratto dello scrittore siciliano, raccontato attraverso tre dei suoi romanzi più celebri.
Pirandello ha scritto in totale sette romanzi, i quali al giorno d’oggi rappresentano grandi successi della letteratura italiana. Tuttavia, il romanzo che per primo portò Luigi Pirandello al successo è una vera e propria icona del romanzo italiano del primo Novecento: si tratta del celebre Il fu Mattia Pascal. In un certo senso, il romanzo fu pubblicato due volte nello stesso anno: infatti, nel 1904 venne dapprima pubblicato a puntate su una rivista che portava il nome di “Nuova Antologia”, e successivamente fu portata sul mercato la prima edizione originale.
Un motivo per cui il romanzo ebbe tanto successo fu sicuramente la trama, la quale fu decisamente innovativa per il primo Novecento italiano. Infatti, in esso si narra la storia di Mattia Pascal che però non è l’unico protagonista del romanzo: l’uomo ha un alter ego, Adriano Meis, vale a dire l’identità assunta dopo aver un finto suicidio che gli permette di liberarsi di una vita percepita come opprimente e un grande fallimento. Infine, “il fu Mattia” sentirà la necessità di tornare alla propria vita originale, scoprendo però che non è affatto così semplice.
Tema fondamentale del romanzo, espresso anche al suo interno, è la lanterninosofia. Si tratta di una questione prevalentemente umana, dato che lo stesso Pirandello definisce l’essere umano come “l’animale che si sente vivere”. L’autore stesso affermò che l’uomo prova dei sentimenti che tendono a modificare la percezione della vita e della realtà, la quale dovrebbe però essere oggettiva. Ma quando le illusioni e le ideologie cadono, l’essere umano si trova immerso nel buio e senza più misure per valutare la realtà.
Altra opera iconica di Luigi Pirandello è di certo Quaderni di Serafino Gubbio Operatore, il cui titolo sembra già insolito per l’epoca. Romanzo all’avanguardia e al passo con i tempi, rappresenta un altro dei grandi successi di Pirandello che può dirsi pubblicato più volte. Infatti, la prima edizione risale al 1916, ma la data di pubblicazione del romanzo spesso indicata è quella del 1925: questo perché, nel primo caso, l’opera riportava un titolo diverso e ben più breve, vale a dire “Si gira…”.
Il romanzo racconta la storia di Serafino, uomo che svolge un mestiere innovativo per l’epoca: è infatti un cineoperatore, il quale però ha l’abitudine di tenere dei quaderni dove racconta quello che accade a lui e alle persone che gli stanno intorno durante le giornate lavorative. Il romanzo affronta il tema dell’alienazione e del rapporto dell’uomo con la “macchina”. In un periodo in cui molti intellettuali esaltavano le grandi doti dei macchinari tecnologici di ultimo modello, Pirandello decide di stare dalla parte opposta, raccontando quali possano essere i brutti risvolti di una vita a fianco di oggetti tecnologici, i quali piano piano sembrano addirittura sostituire l’uomo.
Ultimo romanzo, ma solo a livello cronologico, pubblicato da Luigi Pirandello, è l’emblematico Uno, nessuno e centomila. Si tratta di un’opera complessa, com’è percepibile dal tempo che l’autore impiegò nel realizzarla: infatti, la stesura del romanzo risulta iniziata nel primo decennio del Novecento, ma è stato pubblicato in volume solo nel 1926. Proprio per la sua completezza, complessità e varietà, l’opera può essere definita come uno dei capolavori di Pirandello.
Nel romanzo vengono affrontate diverse tematiche, ma quella probabilmente più celebre è quella delle “maschere”. Infatti, Pirandello spiega la sua teoria sulla “disgregazione dell’io” proprio attraverso la figura delle diverse maschere, che ogni essere umano indossa ogni giorno a seconda delle situazioni che si trova ad affrontare. Ecco dunque spiegato il titolo del romanzo: l’uomo non è più individuo, data la molteplicità di forme che assume, i “centomila” ruoli che riveste. Tuttavia, così facendo, l’essere umano ha perso la sua individualità ed è più “nessuno” che “uno”. E questo è lo stesso ragionamento che il protagonista del romanzo, Vitangelo Moscarda, si trova suo malgrado a fare, realizzando il suo destino che per certi versi può apparire triste, ma in fondo sembra un vero e forte grido di libertà.
Naturalmente, la grande carriera di un artista straordinario come Luigi Pirandello non può essere riassunta in tre dei suoi romanzi. Lo scrittore siciliano è infatti riconosciuto per altri grandissimi successi, racchiusi per esempio in Novelle per un anno, vale a dire una raccolta delle sue novelle. O ancora, nel mondo della drammaturgia, per la quale è possibile individuare anche una fase tutta siciliana. Tra le più grandi opere, in cui è anche possibile apprezzare il particolare umorismo pirandelliano, si ricordano Così è (se vi pare), Il berretto a sonagli e ancora l’emblematico Sei personaggi in cerca d’autore o Enrico IV. È probabilmente impossibile citare anche solo la metà della produzione pirandelliana, ma ciò che è certo è la magnificenza e l’originalità che hanno contraddistinto il grande autore siciliano, portando immenso lustro alla Letteratura Italiana.
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