Il ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi ritiene soddisfacente i risultati dati dalla didattica online, tuttavia ribadisce che per un rientro in aula a tutti gli effetti bisognerà attendere febbraio 2021, mentre per la parziale ripresa delle lezioni, con didattica mista (in presenza e online) si comincerà già da settembre. Tuttavia, numerosi professori non ci stanno e, a fronte delle riaperture anche di discoteche e fiere, come stabilito dal DPCM dell’11 giugno, chiedono misure meno restrittive anche per le università.
“È molto più difficile che svolgere una lezione in aula – dichiara Manfredi in un’intervista al Corriere della Sera a proposito delle sue esperienze di teledidattica -. Erano altri tempi, oggi ci sono piattaforme che permettono l’interazione con gli studenti, ma allora non poterli vedere, non poter usare il linguaggio del corpo, non avere un riscontro dell’interesse per me furono elementi molto negativi”.
Molti studenti e professori chiedono di tornare a frequentare gli atenei. Tuttavia l’attesa su questo fronte continua. In particolare, malgrado, dal punto di vista della produttività, il ministro sottolinei che sono continuate lezioni, esami e lauree con “cifre comparabili con lo stesso trimestre dell’anno scorso”, non si possono ignorare né gli appelli degli studenti, che, nonostante un sondaggio del ministero affermi come abbiano apprezzato le lezioni online, rimangono stupiti per la riapertura di così tante attività, al punto che sembra sia escluso solo il mondo dell’istruzione. Né, infine, la richiesta di 870 professori, in una lettera aperta indirizzata allo stesso ministro.
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Riapertura Università: come avverrà secondo Manfredi
“Dall’autunno, in quella che chiamiamo la fase 3 e che durerà fino al 31 gennaio – spiega il ministro al Corriere –, ci saranno formule di didattica mista con lezioni parzialmente in aula ma non per tutti. I fuorisede, chi ha difficoltà a raggiungere l’ateneo, gli stranieri potranno seguire le lezioni a distanza”.
Il pericolo maggiore, invece, è rappresentato dai sovraffollamenti, che già in tempi normali costituiscono un problema per numerosi atenei. “Le Università dovranno far accedere gli studenti a rotazione“, spiega il ministro, che però aggiunge: “Tornare nell’università è fondamentale, l’interazione nelle aule il fulcro della vita universitaria: andranno per il momento garantite sia lezioni in presenza che lezioni per chi non torna. Poi speriamo che a fine gennaio, al termine della prima parte dell’anno, si possa far tornare tutti in aula. Intanto dopo l’estate lauree e esami saranno in presenza, anzi in alcune università lo sono già da adesso”.
Infine, Manfredi ribadisce che un terzo degli studenti universitari italiani sono fuorisede e che potrebbe essere pericoloso far rientrare anche loro. “Per questo la formula della didattica mista può garantire qualità e presenza senza rischi”, spiega, aggiungendo che, per quanto riguarda gli esami, sono allo studio delle tecniche e dei software per capire se lo studente stia copiando.