L'azienda ha diffuso una nota in cui sottolinea la propria posizione ufficiale, specificando la presenza di diverse alternative anche per chi non può indossare la mascherina, nel rispetto della sicurezza e in linea con la propria cultura aziendale.
Ha destato stupore e indignazione il caso avvenuto all’Ikea di Catania, dove la madre di un bambino disabile si è vista negare l’accesso al negozio in quanto il figlio non indossava la mascherina. Manuela Cirvilleri, la madre, aveva fatto partire una denuncia circolata sui social e diverse testate in cui raccontava l’accaduto, sostenendo che il DPCM del 26 aprile esenta il figlio dall’indossare la mascherina, in quanto la patologia di cui soffre ne rende impossibile l’utilizzo. In una nota inviata alla nostra redazione, IKEA Italia replica e prende posizione su quanto accaduto.
“Per IKEA Italia la tutela della salute dei nostri co-worker e clienti rappresenta una priorità – si legge nella nota –. Per questa ragione, alla riapertura dei nostri store dopo il lockdown e in considerazione dell’inizio di una nuova fase dell’emergenza sanitaria, abbiamo deciso di adottare delle regole di accesso particolarmente stringenti, consentendo l’ingresso solo a chi indossasse la mascherina.
Per venire incontro alle necessità di tutti quei clienti che non possono indossare la mascherina, IKEA ha messo a disposizione in negozio un supporto dedicato per consentire di effettuare i propri acquisti, proponendo di aiutarli a fare l’ordine e l’eventuale acquisto online, di preparare per loro conto il carrello e di attivare il servizio di progettazione da remoto. Nel caso specifico, anche alla signora Cirvilleri sono stati offerti questi servizi alternativi ma ha ritenuto di non utilizzarli.
Questo tipo di gestione delle persone senza mascherina, con l’offerta di un servizio alternativo, è stata fatta in assoluta buona fede e con l’obiettivo di tutelare la salute di tutti all’interno dei nostri negozi, soprattutto di chi vive situazioni di particolare fragilità. Siamo profondamente rammaricati che la signora si sia sentita esclusa e per questo già nei giorni scorsi abbiamo preso contatti con lei per confrontarci, ascoltare le sue ragioni, spiegarle le nostre e capire come trovare insieme una soluzione per necessità come le sue.
In linea con la nostra cultura aziendale, che si fonda sull’inclusione, sul dialogo e sulla volontà di trovare sempre delle soluzioni, abbiamo aperto un confronto con terze parti quali associazioni e aziende, ascoltato i nostri clienti e tenuto conto degli input di tutte le persone coinvolte.
Questo confronto ci ha permesso di elaborare nuove soluzioni, come la possibilità di utilizzare la visiera invece della mascherina e quella di prenotare un appuntamento online e di essere supportati da un co-worker che possa fornire un aiuto dedicato nell’esperienza d’acquisto. Rimarrà inoltre la possibilità di usufruire dei servizi già inizialmente previsti.
Qualora nessuna di queste soluzioni fosse adeguata alle esigenze specifiche, le persone che come previsto dal DPCM del 17 maggio 2020 non possono indossare la mascherina potranno entrare nei nostri store senza indossarla. I nostri store sono sempre stati luoghi aperti, sicuri e accoglienti e anche in questa fase così delicata siamo determinati a mantenere le nostre porte aperte per chiunque voglia venire a trovarci”.
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