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“Studenti imbuti da riempire”, Azzolina replica: “La mia era una metafora nota”

Non è passata inosservata la frase della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che, nel promuovere metodi didattici virtuosi, invitava i docenti a non equiparare gli alunni ad imbuti da riempire. Dopo l'ironia sui social con tanto di sfottò, arriva la replica che chiarisce l'espressione.

“Gli studenti non sono imbuti da riempire”: questa la frase “incriminata” che nelle scorse ore ha scatenato l’ironia sui social e definita dai più come l’ennesima gaffe della ministra, già sotto torchio per via delle decisioni prese su scuola ed esami di stato, nel corso dell’emergenza.

La frase pronunciata dalla Azzolina, si inseriva all’interno di un discorso più ampio volto ad invitare i docenti ad inseguire metodi di insegnamento più virtuosi e meno nozionistici. Un messaggio sempre attuale e di ampio valore per i docenti, ma che è poi scaduto nella frase dal significato ambiguo pronunciato dalla ministra. In tanti si sono scatenati sui social facendo notare che un imbuto, in quanto tale, non ha le caratteristiche per essere riempito ma, piuttosto, per svuotarsi continuamente.

Arrivata poco fa la replica della ministra che fa sapere come quella pronunciata da lei sia una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola. “L’imbuto di Norimbergasottolinea Azzolinaè una metafora sull’apprendimento molto nota nel mondo della scuola: uno studente a cui vengono ‘versate’ nozioni in testa attraverso un imbuto. L’apprendimento non funziona così, i docenti lo sanno bene, ed è ciò che intendevo dire quando ho rievocato l’immagine dell’imbuto durante la conferenza di sabato, ‘lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze, è ben altro’ ho detto.

Qualcuno mi ha preso alla lettera soffermandosi sul fatto che gli imbuti non si riempiono ma si usano per riempire. Capisco bene che si possa prestare a facili ironie, ci rido su anch’io. Ma ci tengo a tranquillizzare sul fatto che al Ministero non abbiamo provato ad infilare imbuti in testa ai ragazzi versandoci dei libri (liquefatti ovviamente), prima di dire che non funzioni… Per fortuna chiunque può informarsi su questo concetto usando un semplice motore di ricerca. Magari da oggi ancora più persone parleranno del tema dei metodi della didattica, che è in realtà molto serio”. 

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