La crisi economica potrebbe causare nuove difficoltà per gli studenti universitari e gli atenei rischierebbero di perdere fino a 35mila matricole.
La fase di riapertura delle attività commerciali ha sancito un ritorno alla “normalità” per tanti italiani, lavoratori e non. Nessuna novità per le università e per gli studenti alle prese con la didattica a distanza: lezioni, esami e tirocini si svolgono ancora interamente da remoto.
Le previsioni sembrano essere migliori per il nuovo anno accademico che inizierà a settembre. Gli atenei più piccoli potrebbero riaccogliere gli studenti in aula, mentre i più grandi dovranno attendere i mesi successivi, vista la mole di studenti che li frequentano. Per un certo periodo, si potrebbe applicare un modello misto: attività da remoto e in presenza. Sono già state definite le misure di sicurezza, come barriere in plexiglass, distanziamento a pavimento, controllo della temperatura e disinfettante mani.
Tutto sarebbe pronto per accogliere gli studenti, ma si teme un crollo del numero degli immatricolati. Secondo l’Osservatorio Talents Venture (società di consulenza specializzata in servizi di orientamento e sviluppo di soluzioni a sostegno dell’istruzione universitaria), l’emergenza economica e sanitaria limita la propensione a spostarsi per studiare, causando una perdita totale di 35mila studenti: l’11% delle matricole totali. Si passerebbe dalle 297mila matricole dello scorso anno a 262mila.
La perdita maggiore sarà avvertita dalle università che ospitano studenti fuori sede, come gli atenei di Bologna, Ferrara, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e Cattolica. A causa della crisi economica, gli studenti potrebbero non essere più in grado di sostenere gli studi fuori dalla propria città: tasse universitarie, spese per vitto e alloggio.
Tra le soluzioni prospettate, sono stati proposti strumenti di finanza innovativi: borse di studio e un “Reddito di Istruzione”. Questo reddito permetterebbe agli studenti di iscriversi all’università a costo zero. Il prestito ottenuto verrebbe poi restituito dallo studente laureato dopo il suo ingresso nel mondo del lavoro. Anche la riduzione delle tasse è una valida proposta per contrastare gli effetti della crisi economica e stimolare gli studenti ad immatricolarsi.
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